Per la prima volta una delegazione di giornalisti, guidati dal presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Roberto Natale, visita il centro di identificazione ed espulsione di contrada Milo a Trapani. Una struttura che, come tutti gli altri Cie d’Italia, era inaccessibile durante il precedente governo per volere dell’ex ministro dell’Interno Roberto Maroni. Nel centro di Trapani sono rinchiusi 76 migranti, molti ‘passati’ per le carceri del Nord Italia per condanne di spaccio e reato di clandestinità. “Scontiamo una doppia pena senza aver fatto nulla”, denuncia Mohammed, dal 1979 in Italia, 22 anni di contributi versati e una figlia nata a Napoli, ma arrestato dopo aver perso il lavoro. Decine i casi di autolesionismo e tentato suicidio. Nelle ultime settimane sono evasi in 118, lanciandosi dai muri di recinzione. Mentre i migranti che sono rimasti denunciano violenze da parte della polizia, mostrandone i segni sul corpo, e le enormi difficoltà a parlare con gli avvocati di Salvo Catalano

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