Laurent Fabius non ci sta. Figura storica della sinistra francese, oggi ministro degli Esteri dopo il ritorno della sinistra al potere a Parigi, ha risposto per le rime alle accuse in arrivo dalla Casa Bianca. Barack Obama, per l’ennesima volta, ha puntato il dito sulle responsabilità dell’Europa riguardo all’attuale (e sempre più ingovernabile) crisi sui mercati. Ebbene, Fabius, in visita a Roma, ha rimandato seccamente le accuse al mittente.
“Non ha senso rinfacciarsi le responsabilità gli uni con gli altri – ha detto il ministro francese – non mi risulta che la crisi sia cominciata in Europa. Lehman Brothers non era né una banca italiana, né francese”. Fabius ha fatto riferimento a un’interpretazione condivisa da fior di economisti: tutto sarebbe iniziato proprio dal crack Lehman nel 2008, se non addirittura dal patatrac dei crediti subprime l’anno precedente. E da un allentamento dei controlli sulla finanza a Wall Street e dintorni, ormai da tempo immemore.
Il ministro francese ha anche parlato della Spagna, il nuovo Paese a rischio sullo scenario europeo. “La Spagna conosce una situazione economica difficilissima. Tutto questo ha portato il nuovo Governo a Madrid a varare un piano economico estremamente duro”. Fabius ha aggiunto che “tutto questo faceva pensare che i tassi d’interesse sui bond spagnoli potessero calare. Ma non è quello che è avvenuto. Siamo ormai di fronte a una situazione di una difficoltà considerevole”. Secondo lui, “se vogliamo evitare l’asfissia, bisogna che il sistema europeo nella sua globalità trovi una soluzione. Bisogna escogitare un metodo pratico perché il sistema bancario spagnolo possa funzionare senza troppo gravare sul deficit pubblico, facendo così aumentare ulteriormente i tassi d’interesse”. Proprio le autorità spagnole hanno invocato un piano salva-banche a livello europeo. E Fabius sembra andare nella stessa direzione.
Classe 1946, Fabius fu ministro già nel primo Governo formato da François Mitterrand, nel 1981, e poi addirittura premier nell’84. E’ uno dei pochi “baroni” del Partito socialista coinvolto da Hollande nel nuovo esecutivo, comunque una figura stimata per la sua indipendenza di spirito. Nel 2004, in mezzo alle polemiche, si pronunciò per il no al momento del referendum in Francia sulla Costituzione europea.
Una curiosità: ieri, in trasferta a Berlino, Fabius ha dovuto interrompere prima del previsto una conferenza stampa, perché doveva raggiungere in tempo l’aeroporto della capitale tedesca e prendere il volo aereo previsto, su una compagnia low cost… E’ quanto riferisce oggi il sito della radio francese Rtl. Lo spirito di austerity e di low profile aleggia anche in Francia.