Bisognerà aspettare 105 anni e qualche mese perché il fenomeno si verifichi di nuovo. Perciò per assistere al transito di Venere tra la Terra e il Sole osservarlo sarà meglio essere pronti stanotte. Il pianeta più luminoso, primo del sistema solare per calore e secondo per distanza dalla stella madre, sarà il protagonista di uno spettacolo raro per circa 7 ore, in orari differenti a seconda del punto di osservazione (complessivamente, tra la mezzanotte e le 06:55 del mattino, in Italia solo nella fase finale). Quello che concretamente sarà visibile sarà un cerchietto nero di passaggio sulla sfera solare, che gradualmente ne toccherà i contorni (ma è decisamente più piccolo: circa un trentesimo).
Si tratta di un allineamento planetario che si ripete, con queste modalità, ogni 243 anni, con coppie di transiti a 8 anni l’uno dall’altro distanziate da lunghissimi intervalli di 121,5 e 105,5 anni. Fu nel giugno del 2004 – 8 anni fa, appunto – l’ultima volta in cui si è potuto assistere a questo evento, a lungo utilizzato per determinare la dimensione del sistema solare attraverso il metodo della parallasse, che consente di misurare la distanza tra i pianeti (prima di allora, l’ultima coppia di transiti si verificò nel 1874 e nel 1882). In particolare, a permettere il calcolo della distanza Terra-Sole fu la coppia di transiti del 1761 e del 1769: le spedizioni partite per seguire il transito furono uno dei primi casi di cooperazione scientifica internazionale. Il primo a prevedere uno di questi allineamenti fu Giovanni Keplero nel 1631, ma a causa di un errore di calcolo non riuscì a dimostrare la sua tesi.
Per il transito di questa notte, l’ideale per osservare il fenomeno sarebbe trovarsi negli Stati Uniti al tramonto (ora locale, naturalmente) o in località dell’Oceano Pacifico. L’Italia questa volta non sarà punto di vista privilegiato, perché in Europa il transito sarà visibile solo nelle sue fasi finali. Il Belpaese assisterà al passaggio di Venere tra le 5 e le 6 del mattino e non è escluso, se sarà reso possibile dalle condizioni meteorologiche, che sia visibile dal vivo. Saranno favorite le zone del Nord Est: a Trieste durerà addirittura qualche minuto in più (intorno alle 5:17); a Napoli si potranno alzare gli occhi al cielo alle 5:32, a Roma alle 5:35 e a Milano alle 5:36. Potranno dormire una mezz’ora in più gli abitanti di Cagliari, dove il transito sarà visibile alle 5:57.
Gli esperti, però, raccomandano prudenza: gli occhi saranno infatti puntati sul sole, ma, anche se sarà basso sull’orizzonte, per osservarlo bisognerà indossare lenti protettive specifiche come quelle consigliate in occasione delle eclissi. Necessari, dunque, filtri solari di densità 5 o vetri da saldatore di gradazione 13 o 14: per fortuna l’osservazione durerà poco, perché anche utilizzando questi strumenti gli occhi si stancano. Un evento rivolto a tutti, ma irrinunciabile per gli astronomi: l’osservazione del transito consente infatti di individuare nuovi pianeti e studiarne la composizione. Anche il Solar Dynamics Observatory della Nasa riprenderà l’evento per ottenere nuovi dati sulla atmosfera di Venere.
Tra sveglie in piena notte, osservazioni di gruppo con telescopi solari e dirette web dai siti, come quella accessibile sul portale dell’Istituto nazionale di Astrofisica, saranno in molti a non perdersi lo spettacolo. Se poi è la pigrizia a vincere, c’è sempre l’App per iPhone, che oltre a indicare l’orario del transito in base alla localizzazione dell’utente, gli permetterà di partecipare a un esperimento mondiale di condivisione dei “tempi di contatto” per individuare la distanza dal Sole.
di Chiara Di Martino