Il dibattito sulla necessità di pensare una sorta di “cittadinanza letteraria” per gli scrittori provenienti da altri paesi ma nati alla scrittura nella nostra lingua – iniziato sulle pagine culturali del “Fatto Quotidiano” – approda al Festival della Letteratura di Milano.
Scrittori italiani d’altrove: verso una nuova cittadinanza letteraria
Perché è così difficile pensare un simbolico ius soli linguistico per chi, originario di altri paesi, abbia avuto nascita alla scrittura nella nostra lingua? La richiesta di un sempre maggior numero di scrittori italiani – benché nati in altri paesi, o addirittura nati in Italia da genitori immigrati – di essere considerati per il valore della propria opera, fuori dai recinti (o dai ghetti) della letteratura migrante, apre molti interrogativi: cosa è, oggi, la letteratura italiana, intessuta di sonorità e immagini di molti “altrove”? e perché è così difficile, per il mondo editoriale e della cultura nel suo complesso, rinunciare a una sorta di sguardo antropologico su quello che continua a essere visto come un “fenomeno”?
Ci si occupa di letteratura dell’immigrazione, ma “il vero problema è la letteratura italiana” sostiene Bijan Zarmandili, “che non è in grado di riflettere sulla propria natura dialettica, di individuare i soggetti emergenti e le sue nuove contraddizioni, così da capire che non esistono scrittori migranti ma semplicemente nuovi scrittori italiani che – per provenienza, sensibilità e stile – potrebbero rinnovare i vecchi schemi del romanzo e della letteratura nel suo complesso”.
A cura di Daniela Padoan
Saranno presenti:
Maurizio Cucchi, poeta e critico letterario
gli scrittori Bijan Zarmandili, Milton Fernàndez e Igiaba Scego
Raffaele Taddeo, del comitato editoriale “El-Ghibli”
coordina Ferruccio Capelli, direttore della Casa della Cultura di Milano
giovedì 7 giugno, ore 18
CASA DELLA CULTURA – Via Borgogna 3, Milano – MM S. Babila