Passiamo, ora, all’analisi degli argomenti pubblicati nelle due settimane considerate.
La maggior parte degli articoli di apertura dei quotidiani si sono concentrati sul lavoro (68,6%). La Repubblica è stata monotematica in tutti i 12 giorni di osservazione e ha aperto il giornale esclusivamente su tale argomento, seguita da La Stampa (94%) e da Il Corriere della Sera. Pure in settimane cruciali per le ampie discussioni sul lavoro, punto centrale e focale del Governo, in contrasto con i sindacati e con la Confindustria, due testate hanno trattato anche altri argomenti: la stessa l’Unità ha dedicato solo poco più di metà degli articoli di apertura a tale tema e Il Fatto Quotidiano solo pochissimi articoli di apertura (16,8%), continuando a trattare di giustizia ed etica, a ciascuno dei quali ha destinato un terzo degli articoli.
Il Fatto Quotidiano, dunque, si distingue dagli altri quotidiani e sembra portare avanti un suo discorso primario con i lettori, come se volesse lanciare un messaggio: senza etica e giustizia, che sono alla base di un Paese e della politica, è quasi inutile parlare di altri argomenti, che si riportano solo per dovere di cronaca.
Osservando gli altri articoli (ad esclusione di quelli di apertura e del direttore), per la maggior parte (circa 20%) hanno trattato di politica estera e, quasi a pari merito, di lavoro (12%) e di politica interna (11% circa).
E’ La Stampa il giornale che più di tutti si interessa dei fatti di politica estera (27% degli articoli, esclusi quelli di apertura e del direttore), seguita da Il Corriere della Sera (21%) e da l’Unità (20%), mentre il lavoro è stato affrontato in particolare da quei quotidiani che meno degli altri hanno aperto la testata con tale argomento (Il Fatto Quotidiano, con il 17% e l’Unità con il 15%). Anche nel caso della politica interna sono questi ultimi giornali a interessarsene di più, insieme con La Stampa.
Un’ultima osservazione sulla importanza che viene posta all’articolo di apertura rispetto agli altri. L’Unità è il quotidiano che punta più di tutti a dare risalto al pezzo di apertura, al quale dedica mediamente il 30% dell’intera superficie a disposizione sulla Prima pagina, grazie anche al contributo determinante della foto di grandi dimensioni che generalmente viene ad esso annesso. Seguono a distanza Il Fatto Quotidiano (13%) e gli altri giornali. Escludendo gli articoli di apertura e del direttore, la maggiore estensione viene dedicata alla politica estera (La Repubblica e il Corriere della Sera con l’11% medio della superficie della prima pagina; La Stampa con il 18%), mentre Il Fatto Quotidiano, continua a persistere sul tema dell’etica (8%), oltre che sul lavoro (10%).
Si potrebbe, a questo punto, tracciare un sommario profilo dei quotidiani presi in considerazione, almeno relativamente alle settimane tra il 13 e il 25 marzo 2012.
Il Fatto Quotidiano pubblica molti articoli su giustizia (21%) ed etica (12%), insistendo su tali temi che si rivelano come un vero “leitmotiv”. Anche l’Unità sceglie la giustizia (13%) come uno dei suoi cavalli di battaglia insieme a quello della politica estera (20%). Il Corriere della Sera, invece, non si discosta eccessivamente dai temi più trattati complessivamente dai 5 giornali (politica estera, politica interna, lavoro) nei 12 giorni di osservazione. La Stampa e La Repubblica si distinguono dalle altre testate per il fatto di trattare in tono minore uno dei tre argomenti principali: il primo il lavoro (solo 7%), il secondo la politica interna (6%). Di contro, il quotidiano di Torino è quello che più di tutti tratta il sociale, intendendo con tale termine la bioetica, il costume, la famiglia, gli immigrati, la qualità della vita e la religione, mentre La Repubblica tratta cultura e istruzione (12%) e spettacolo, sport e turismo (11%) in maniera maggiore degli altri quotidiani.
Anche nei titoli degli altri articoli, non di apertura, alcune volte vengono citati membri del Governo. Sembra esserci una sorta di compensazione, di riequilibrio rispetto all’uso praticato nei titoli di apertura: chi privilegia questa modalità sono Il Fatto Quotidiano e l’Unità (1 volta ogni 5 articoli circa), Testate che si erano rivelate molto parche nell’inserire nel Titoli di apertura i nomi degli attuali ministri. Il Corriere della Sera, che pure aveva manifestato lo stesso atteggiamento dei sopra citati quotidiani relativamente agli articoli di apertura, continua in un uso molto ristretto di citazioni di membri del Governo (una ogni 15 titoli). Ma è La Stampa che cita pochissime volte il nome di rappresentanti del Governo negli articoli di Prima pagina, a esclusione di quelli di apertura (una ogni 40). La Repubblica e La Stampa, che erano stati i giornali che più frequentemente degli altri erano ricorsi all’inserimento di nomi del Governo nei titoli di apertura, negli altri articoli si limitano a pochissime citazioni, il primo attestandosi ai livelli de Il Corriere della Sera e il secondo tendendo all’abolizione di tale modalità.
A conclusione di tutto il lavoro si potrebbe affermare che i quotidiani messi a raffronto presentano caratteristiche peculiari distintive. Se si esclude il lavoro, che nelle due settimane osservate ha catalizzato un po’ tutti i giornali, tranne Il Fatto Quotidiano e la Stampa che complessivamente lo trattano in misura minore delle altre testate:
L’Unità tratta molto i temi di politica estera e interna, e in tono minore del Fatto, ma in misura più consistente delle altre testate, la giustizia;
La Repubblica punta molto sulla politica estera;
La Stampa sottolinea i temi riguardanti la politica estera più di tutti gli altri quotidiani e poi punta sulla politica interna;
Il Corriere della Sera, in misura inferiore a La Stampa, segue le orme del quotidiano di Torino.
E’ molto probabile che la trattazione così insistente di temi di politica estera possa attribuirsi più agli eventi eclatanti accaduti nel periodo considerato (Siria, India, Tolone), che a un interesse specifico sui fatti che avvengono fuori dall’Italia. Si sottolinea che l’economia è un argomento poco trattato dai quotidiani in prima pagina. L’analisi effettuata ha evidenziato, al di là di eventi contingenti che possono aver influenzato alcuni risultati, le particolari scelte editoriali de Il Fatto Quotidiano e de l’Unità, mentre le altre tre testate sembrano maggiormente omologate su posizioni simili e legate agli avvenimenti del momento.
Pur essendo emerse già chiare indicazioni, per avere ulteriori conferme e restringere l’effetto di eventi contingenti che possono distorcere la comprensione della linea editoriale dei giornali, sarebbe opportuno estendere ad un periodo più lungo l’osservazione qui realizzata sulla prima pagina dei quotidiani che rappresenta il “biglietto da visita” delle testate.