Il coraggio di accendere il cerino mancherà all’ultimo momento. E probabilmente nemmeno un libro andrà in fumo stasera in piazza a Nuoro “in difesa del Consorzio Satta di pubblica lettura”, una realtà con 60 anni di storia, radicata in città e in 25 paesi. Anche se le intenzioni di chi ha lanciato l’iniziativa a parole sono bellicose. Non si tratta di cittadini qualsiasi ma del presidente della provincia di Nuoro, il democratico Roberto Deriu, il sindaco del capoluogo, Alessandro Bianchi (anche lui Pd) e degli assessori alla cultura dei due enti.
In realtà i soci principali del Consorzio, intitolato allo scrittore e giurista Salvatore Satta, autore de “Il giorno del giudizio”, sono proprio la Provincia e il Comune di Nuoro che detengono ognuno un 40 per cento. La Regione paga molte delle attività e in parte le quote che erano in capo alle Comunità montane (20 per cento), ormai soppresse. Ma non sostituite nella composizione del consorzio, una fase di stallo non risolta al punto che a fine 2010 arriva il commissario. E allora perché protestano i padroni di casa? I promotori sono convinti che senza un intervento esterno della Regione, ossia ulteriori finanziamenti, il Consorzio sia destinato alla chiusura. Da qui l’evento “Cenere”, anche su Facebook, che richiama il titolo di un altro romanzo di una nuorese doc, il premio Nobel per la letteratura Grazia Deledda.
In realtà la protesta è legata a doppio filo al referendum del 6 maggio che ha abolito le nuove province e alla lotta, portata avanti il prima persona proprio da Deriu (che è anche presidente dell’Unione province sarde) con addirittura tre ricorsi contro la consultazione. Uno ancora pendente. Ora che la sopravvivenza delle quattro è stata sancita da una legge del consiglio regionale fino a febbraio 2013, per tutte, pure per le storiche, vale il percorso disegnato dal decreto Monti. Quindi il futuro del Consorzio è legato a quello dell’ente intermedio. E cosa vorrebbe Deriu: il cambio di competenza delle quote o i finanziamenti? I secondi. Spiega: “Soprattutto vorrei una normativa adeguata sulle competenze, ora in mano ai comuni. A gennaio 2013 non potremo più fare nemmeno il bilancio di previsione e quindi come si farà per il Consorzio?”. Eppure uno stanziamento è già stato deciso: due mesi fa nella finanziaria regionale sono stati trovati 400mila euro per la biblioteca: 200mila per il 2012 e 100mila per 2013 e 2014. Troppi padroni sulla carta, insomma, a cui si aggiunge il contenzioso pendente in tribunale tra lo stesso consorzio e la cooperativa che gestisce 9 dipendenti ‘ospiti’ (oltre ai lavoratori diretti); non ricevono lo stipendio da gennaio per un trasferimento di denaro dalla Regione che tarda ad arrivare. E così il servizio va a singhiozzo.
L’immagine evocata dal rogo dei libri è stata subito contestata in maniera bipartisan. Per il coordinatore regionale di Sel, Michele Piras, “richiama alla memoria troppi orrori della storia più cupa degli uomini”. Secondo il presidente della Commissione Cultura del Consiglio regionale, Carlo Sanjust (Pdl): “Non è pretendendo l’ennesimo intervento localistico invitando la gente ad assumere atteggiamenti inqualificabili, che si risolvono i problemi della Sardegna”. Dure critiche anche dal parlamentare nuorese Pdl, Bruno Murgia: “Trovo la cosa grave e inquietante: i libri non si bruciano mai. Ci sono mille modi per manifestare, questo è totalmente sbagliato”.
Chi ci lavora ha un punto di vista privilegiato e disincantato, come lo storico direttore della biblioteca Satta, Tonino Cugusi: “I libri non si bruciano nemmeno per scherzo”. E aggiunge: “Siamo vivi e vegeti, per ora”. E snocciola i numeri record per l’Isola: 78mila prestiti in un anno, 5mila iscritti, 90 mila persone coinvolte in eventi culturali.
Agguerriti gli utenti, molti giovanissimi. Subito su Facebook è stata lanciata la contromanifestazione “Spegniamo i roghi e accendiamo i libri”. Stesso posto, stessa ora (piazza Satta, alle 20). Chi propone lanci di gavettoni, chi la lettura di brani ad alta voce, chi lo scambio di romanzi.
Di certo si leggerà qualche pagina a tema di Fahrenheit 451. Ieri è morto il suo autore, Ray Bradbury: aveva immaginato un futuro in cui leggere è reato e i libri vanno al rogo.