Alla festa del Fatto Quotidiano domenica 10 giugno sul palco un altro gruppo di artisti che si esibisce devolvendo il ricavato alle vittime del sisma emiliano. Ci sono anche Francesco Baccini e Alessandro Mannarino
I concerti di Capossela sono spesso così: feste chiassose, fiumi di alcol, colpi di scena. La musica, quasi sempre notevolissima, diventa forse (troppo) secondaria. Non sarà così domenica prossima, 10 giugno. Poca voglia di festeggiare, molta di essere presenti. Concretamente utili. Possibilmente non retorici. Capossela si esibirà al Fuori Orario di Taneto di Gattatico (Reggio Emilia), proscenio della festa del Fatto Quotidiano. Doveva svolgersi lo scorso weekend, è slittata di una settimana per il terremoto. E proprio ai familiari delle vittime del sisma in Emilia saranno devoluti gli utili della giornata. L’ingresso per ogni giornata, e quindi anche per gli eventi musicali, sarà di 10 euro. La cifra obbligatoria richiesta per il tesseramento al Fuori Orario (circolo Arci). Andrà tutto in beneficenza. Il concerto comincerà alle 19, sul palco centrale dell’area esterna. Capossela è l’ospite di punta, e non è un caso. Conosce il locale, tra i più rilevanti nella scena rock italiana, e la regione, avendoci abitato a lungo. Il programma è in continua evoluzione e ci saranno (grosse) sorprese. Per orahanno aderito Bandabardò, Cisco, Rio, Planet Funk, Antonella Ruggiero, Alessandro Mannarino, Francesco Baccini, Matteo Castellano, Roberto Dell’era con Rodrigo D’Erasmo, Lorenzo Monduzzi e Daniela Savoldi. Presenteranno Fabio Canino e Giampiero Calapà. La sera prima, alle 22.30, avrà luogo il concerto di Valentino Corvino, Luca Madonia, Paola Turci e Simone Cristicchi, tutti legati alla realizzazione del cd Anestesia totale (liberamente tratto dai testi dello spettacolo omonimo di Marco Travaglio). La musica suole compattarsi di fronte alla tragedia. Quantomeno ci prova. Era accaduto anche per il terremoto in Abruzzo. Il pioniere del “genere” fu George Harrison con il Concert for Bangladesh. Quarant’anni fa. Bella idea e Bob Dylan tra i partecipanti, ma l’ex Beatle perse un sacco di soldi, scoprendo in prima persona quanto è labile il confine tra buona azione e harakiri (fu raggirato dal manager).
Bob Geldof è ormai più celebre come organizzatore di eventi benefici che come cantante (e all’occorrenza attore). È un rapporto insidioso, quello tra artisti e beneficenza. La resa qualitativa finisce sullo sfondo, a contare è la buonafede. Più volte messa in discussione, ad esempio per il Pavarotti and Friends. Maurizio Crozza ci ha ironizzato per anni e uno degli ultimi monologhi di Giorgio Gaber, L’azalea, scudisciava proprio chi si fa bello con il dolore degli altri. Il concerto del Fuori Orario è nato spontaneo, come le idee migliori. Quindici giorni dopo, il 25 giugno, al Dall’Ara di Bologna andrà in scena un evento analogo. “Emilia Live”. Ancora in beneficenza, a sostegno dell’Emilia martoriata dal terremoto. Guccini, Cremonini, Carboni, i Nomadi (promotori), Zucchero, Pausini e Ligabue. Presenza, quest’ultima, che sarebbe alla base del rifiuto di Vasco. Il quale, dal suo avamposto querulo di Facebook, ha tenuto a far sapere: “No. Non parteciperò a nessun concerto di beneficenza. Non amo quel modo di farla, poco costoso e poco faticoso. Rispetto chi fa beneficenza così, ci crede ed è sincero. Ma io penso che la beneficenza si debba fare tirando fuori i soldi dal proprio portafoglio, senza troppo spettacolo e pubblicità”. Qualcuno, educatamente, gli ha fatto notare sulla pagina pubblica del social network: “Perché, se li dai di tasca tua e in più fai il concerto ti sciupi?”. È però una polemica fastidiosa. E soprattutto inutile. Più che mai adesso. Ognuno aiuta come vuole e può. Quello del Fuori Orario sembra un bell’aiuto, quasi sussurrato e verosimilmente necessario.