Percorso ridotto, eliminati i carri e, soprattutto, un fondo per le vittime del terremoto. La terra trema anche sotto le migliaia di persone che domani, dalle 15 alle 19, parteciperanno al Gay Pride 2012 tra le strade di Bologna. Città emiliana capoluogo che con Modena, Ferrara e Mantova, è rimasta coinvolta nelle scosse sismiche del 20 e 29 maggio e 3 giugno appena passati.
“Siamo parte di un territorio e di una comunità nonostante la politica continui a volercene separare – ha spiegato Porpora Marcasciano, leader del MIT bolognese (Movimento identità transessuale) – e quindi raccogliamo fondi e facciamo nostro il dramma che sta avvenendo tutto attorno a Bologna”. Abbraccio sentito quello tra gli organizzatori del Pride e il dolore che avvolge come un sudario le migliaia di persone che a venti, trenta, chilometri da qui continuano a patire le pesanti conseguenze del sisma.
Orgoglio, quindi, e solidarietà. Connubio naturale per spazzare via le polemiche nate qualche giorno dopo la prima scossa di terremoto a firma Ivan Scalfarotto: “annulliamo la parata è una scelta di buon senso”. Altra la decisione del comitato tecnico del Gay Pride che il 30 maggio ha sposato la linea “moderata”: “Gli eventi drammatici che hanno colpito l’Emilia negli ultimi giorni ci hanno costretto a una doverosa riflessione sull’impianto generale della parata, che non può più essere quello ipotizzato in partenza. La decisione è quella di eliminare i carri allegorici e destinare i soldi destinati ai noleggi ad un fondo destinato alla ricostruzione. Anche il percorso della parata sarà ridotto, mentre il party finale sarà l’occasione per stimolare la raccolta di fondi per le vittime del sisma”.
“Abbiamo voluto confermarlo a Bologna, proprio per dare un segnale di riscossa e l’orgoglio della nostra terra”, ha aggiunto il giovanissimo assessore del comune di Bologna Matteo Lepore, addetto al Coordinamento degli eventi cittadini. Il Pride 2012 partirà da Porta Saragozza, la storica e passata sede dell’arcigay Il Cassero, che il 26 giugno del 1982 l’allora sindaco Zangheri consegnò chiavi e madonnina di San Luca in mano, non senza feroci polemiche, all’associazione Circolo di cultura omosessuale XXVIII Giugno che da quel giorno in avanti ha sviluppato il più importante e prolifico arcigay italiano, nonché il primo esempio in materia, dando a Bologna le stigmate di un’avanguardia ancora oggi confermata dalle cifre. Sono oltre 180mila i soci e le iniziative culturali e sociali del Cassero continuano ad essere fondamentali tasselli di una quotidianità dell’integrazione che non ha eguali se non nelle grandi capitali europee.
Il corteo rimarrà entro le mura del centro e confluirà fino in Piazza Maggiore, seguendo per larghi tratti il primo Pride itinerante bolognese del 1995. Volume abbassato ma presenza assicurata per le orchestre cittadine compresa la celebre banda Roncati che festeggerà i suoi vent’anni di vita a suon di arie operaie e contadine.
E sempre a sostegno delle popolazioni terremotate, oltre all’incasso della giornata, all’arrivo, in piena piazza centrale, un mercato di prodotti agroalimentari delle aziende di due dei comuni maggiormente colpiti dalle scosse, Cerutti di Bondeno e Casumaro di Cavezzo: tra i prodotti in vendita ci saranno oltre 600 chili di Parmigiano reggiano. A Porta Saragozza, alla partenza del corteo, ci saranno i banchetti dei circoli Arci emiliani impegnati nella raccolta fondi pro terremotati. Per questo il Bologna Pride ha messo a disposizione un conto corrente nazionale attivato da Arci: c/c 145350, iban: IT 39 V 05018 03200 000000145350. Una scelta che sta già iniziando ad avere seguito: il Pride di Torino si sta infatti organizzando per fare lo stesso.
“Le persone che verranno a Bologna – ha aggiunto l’assessore Lepore – vedranno una città accogliente e che si rimbocca le maniche”. Centinaia di migliaia i partecipanti attesi, nonostante il momento difficile, o forse proprio per questo, spiegano gli organizzatori. “Avevamo anche preso contatto con i circoli Arci dei comuni del sisma, per informarsi in merito a un’eventuale partecipazione della comunità LGBT presente in quelle zone”, racconta Emiliano Zaino, presidente del Comitato organizzatore.
Saranno molti gli esponenti della lotta per i diritti degli omosessuali presenti domani al corteo, a partire da Ivan Zamùdio, padre di Daniel, il ventiquattrenne cileno ucciso dai naziskin lo scorso marzo a Santiago, il cui caso ha portato a una legge contro l’omofobia. “Una legge di cui si sente il bisogno anche qui”, spiega Serena Donà, presidente di Arcilesbica.
Infine, l’adesione di Amnesty International Italia. “Parteciperemo aderendo alla modalità di svolgimento, solidale con le popolazioni colpite dal terremoto, proposta dal comitato organizzatore”, spiegano in un comunicato, “con la sua presenza, Amnesty International vuole rappresentare le persone Lgbt che nel mondo non sono libere di vivere e di esprimere il loro orientamento sessuale. Alle autorità italiane viene chiesto di garantire sicurezza alle persone Lgbti, colmando al più presto la lacuna legislativa della legge penale antidiscriminazione. L’8 giugno, alle 17.30, a Bologna si terrà il convegno “Turchia, Russia, Albania e Italia a confronto: tra la lotta all’omofobia e libertà di espressione”.