Segnalazioni dell'agenzia Bnl di palazzo Madama a Bankitalia dalle tracce dei conti dell'ex tesoriere della Margherita. Ci sarebbero anomali movimenti anche sui fondi pubblici di Lega Nord e Udc
Segui quel che fa l’ex tesoriere della Margherita, Luigi Lusi e troverai un tesoro. Anzi, più che un tesoro, una nuova ipotesi di riciclaggio di denaro. Pubblico. Già, perché l’agenzia della Bnl del Senato ha segnalato all’unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia una serie di operazioni “sospette” che sarebbero state fatte attraverso una decina di conti correnti, variamente titolati, proprio da Luigi Lusi. La ricostruzione dei movimenti di denaro, però, ha scoperchiato un ennesimo vaso di Pandora, ovvero il modo – talvolta molto disinvolto – con cui i capigruppo e i tesorieri di vari partiti gestirebbero i cosiddetti “fondi dei gruppi parlamentari”, 40 milioni di euro di denaro pubblico che finisce nelle casse dei partiti e che non sempre viene speso per ragioni di attività politica.
Nel mirino del Nucleo speciale di polizia tributaria della Finanza e della Dia ci sarebbero anche una serie di operazioni compiute dai gruppi del Senato di Lega e Udc (ieri Qn aveva scritto anche del coinvolgimento di senatori del Pd, ma al Fatto non risulta), ma le indagini sono in pieno svolgimento e chissà che a questi non possa aggiungersi qualche altro partito di qui a breve. Intanto, la lente delle Fiamme Gialle ha ricostruito l’ennesimo reticolo di affari non chiari che faceva capo a Lusi, unico gestore dei conti intitolati anche ai “terremotati dell’Abruzzo”, piuttosto che a “Uniti nell’Ulivo per l’Europa”. Chiaramente, si tratta di un filone di indagine tributaria che nulla ha a che vedere con quanto già emerso a carico di Lusi e su cui è stato richiesto l’arresto da parte della Procura di Roma, misura cautelare che dovrà essere votata la prossima settimana (martedì 12) dalla Giunta per le immunità di Palazzo Madama. Però, a questo punto è chiaro che il fascicolo su Lusi è destinato inevitabilmente ad appesantirsi.
Eppure, è stato scoperto tutto per caso, il 3 febbraio scorso, quando un funzionario della Bnl del Senato ha voluto vederci chiaro su un assegno di mille euro firmato da Lusi ed intestato a un altro funzionario della stessa banca. L’assegno è stato oggetto di un’inchiesta interna alla filiale dove è stato scoperto che Lusi aveva a libro paga il funzionario della banca, ma che questo stesso funzionario svolgeva attività simili anche verso altri senatori che avrebbero a loro volta aiutato il figlio del responsabile dei servizi Clientela dell’agenzia ad essere assunto da una società, “Milano 90”, ritrovata persino tra i beneficiari dei bonifici firmati la Lusi. A chi indaga, è apparso chiaro che molta dell’attività illecita svolta da Lusi con i soldi della Margherita è stata quindi possibile grazie ai rapporti con i funzionari dell’agenzia bancaria interna al Senato che, ovviamente, nel frattempo sono stati tutti rimossi. D’altra parte, Lusi risulterebbe procuratore di oltre dieci conti correnti (a quanto viene riferito da alcuni senatori della Giunta delle Immunità) dove non mancavano quelli intestati alla famiglia, alla moglie Giovanna Petricone, ma anche al fratello Antonino Lusi e alla figlia Sara. Su uno di quelli del fratello Antonino, a quanto riportato anche da alcuni senatori agli organi di stampa, sarebbero poi state rilevate alcune operazioni anomale, ovvero 39 bonifici “a credito” per complessivi 535 mila euro; 20 giro-conti e due bonifici “a debito” per un totale di 546 mila euro.
Nel triennio 2009-2011 Lusi ha emesso assegni per 5 milioni e 740 mila euro, bonifici per 25 milioni e 467 mila euro, incassato contante per 893 mila euro . Alla moglie sarebbero finiti, poi, un milione 169 mila euro. Per non parlare delle società, dove i beneficiari sono molti ma in particolare la società TTT Unipersonale, di Luigi Lusi, con 6 milioni 760 mila euro, il quotidiano della Margherita, ora del Pd, Europa, con 2 milioni 357 mila, la società Milano 90 con 2 milioni e 142 mila euro, la fondazione Centro per un futuro sostenibile di Francesco Rutelli, che ha incassato poco più di un milione di euro. L’indagine continua, soprattutto sul fronte degli altri partiti che avrebbero utilizzato per motivi diversi dall’attività politica (anche cene conviviali con ospiti illustri) i soldi dei gruppi. Pare che gli ultimi accertamenti puntino sul gruppo del Carroccio e sui senatori Piergiorgio Stiffoni, Rosi Mauro e Roberto Calderoli.