“Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”. Rieccoci a citare i buoni detti della nonna. Ieri Nichi Vendola, eterno aspirante leader del centrosinistra o della sinistra o chissà, è venuto a Napoli e per non fare un torto a nessuno, in tarda mattinata è andato a trovare il sindaco Luigi de Magistris e nel pomeriggio ha partecipato a un dibattito con l’ex Governatore della Campania Antonio Bassolino.
A precisa sollecitazione del videoreporter de ilfattoquotidiano.it Andrea Postiglione su come possano convivere nella Sinistra dei Sogni di Vendola due personalità dalle storie e dai metodi così diversi come l’ex pm di Why Not e l’emblema del disastro rifiuti in Campania, il presidente della Puglia ha reagito bollando la questione come ‘una domanda da fumetto’. Aggiungendo: “Quando le persone sono animate da passioni vere possono portare un contributo importante. Credo che nel centrosinistra dobbiamo vivere il dono della ricchezza che c’è in ogni vissuto, in ogni percorso e in ogni sensibilità”.
Non è questa la sede per raccontare nel dettaglio i guasti e i danni di diciassette anni di bassolinismo (la moltiplicazione delle società miste, le consulenze da mille euro a pagina, la creazione di un sistema di potere assolutamente identico, nelle forme come nella sostanza, a quello democristiano che Bassolino aveva strenuamente combattuto). Fa piacere leggere sui resoconti dei quotidiani napoletani che Vendola ha ammesso l’errore di non aver appoggiato de Magistris alle comunali dello scorso anno, preferendogli il candidato di Bassolino. “Il bello della politica è anche questo, ammettere gli errori. E ora non cerchiamo certo post i al sole, ma vogliano dare contributi al cambiamento”. Bravo.

Manca però un passaggio. In una società sana e governata dal merito, chi sbaglia dovrebbe pagare dazio. Nei partiti ovviamente questo non accade quasi mai. E Sel a Napoli continua a essere guidata dai dirigenti responsabili di quell’errore. Alcuni dei quali, guarda caso, riciclatisi all’ombra di Vendola dopo essere stati ballerine di prima fila sul palcoscenico del bassolinismo. Nichi, da te a Napoli vorrei un po’ più di chiarezza e di coraggio. Quel coraggio che ti è mancato quando lasciasti cadere nel vuoto l’appello che De Magistris ti lanciò nei giorni successivi alla sua discesa in campo. Perché non esiste una Sinistra dei Sogni in cui possano stare tutti: per il bene del tuo progetto, è meglio che qualcuno ne resti fuori.

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