La crisi economica non sembra appianarsi e per Barack Obama “l’Europa preoccupa e rischia una nuova recessione in seguito alla crisi del debito”. Il presidente però ha espresso apprezzamento per le riforme strutturali decise dal governo Monti, anche se ha ricordato che per vederne gli effetti occorrerà tempo. Obama è intervenuto al Congresso per parlare di economia e ha invitato i deputati ad approvare le idee bipartisan presentate per stimolare le assunzioni. Nel messaggio diramato da Washington prima del suo discorso si sottolineava che “la situazione in Europa” continua a “porre venti contrari alla ripresa americana”.
Ha poi parlato anche delle riforme di Spagna e Italia che sono state “strutturali” perché intervenute “su fisco e mercato del lavoro, ma devono avere il tempo e lo spazio perché queste riforme abbiano il loro esito”. Poi ha posto l’accento sulla crescita che “l’Europa è in grado di gestire”, sottolineando che “se si fanno solo tagli le persone faranno sempre un passo indietro e non spenderanno”. Nel suo discorso il presidente ha ricordato che i leader europei hanno capito “la serietà della situazione” e le soluzioni “dure” per il Vecchio Continente ricevono il sostegno degli Stati Uniti che fanno attenzione anon “rimproverare” l’Europa o a dire agli europei cosa fare. Prioritario per l’area euro è rafforzare il sistema bancario, iniettando capitale nelle banche indebolite ed è interesse di tutti che la Grecia rimanga all’interno della moneta unica. “Le sfide sono risolvibili”, ha aggiunto, e l’Ue “si deve concentrare sul rafforzamento del sistema bancario come abbiamo fatto noi”. Fondamentale “prendere decisioni serie che diano fiducia alle persone: decisioni che le inducano a pensare che il sistema bancario è solido e che si possono fidare”. ‘In Europa, ha ricordato, “ci sono Paesi contassi di disoccupazione del 15 e 20 percento” e per questo Obama ritiene “che con politiche di sola austerity si rischia di innescare una spirare negativa che ci lancia verso il basso. E’ necessario pensare subito a politiche di crescita a breve termine, stabilizzare i conti, e nello stesso tempo a un cammino di sviluppo economico più a lungo termine”.
Sui venti contrari che dall’Europa impediscono la crescita in Usa, a soffrirne è l’intero comparto industriale americano, dalle industrie manufatturiere del Midwest fino agli eleganti negozi di Manhattan. Tutti i principali marchi americani, nel settore automobilistico, dell’alimentazione, lamentano la flessione dei consumi nei paesi dell’eurozona. E anche Tiffany, la Mecca delle gioiellerie destinazione di veri e propri pellegrinaggi, lamenta che sono sempre di meno i turisti europei nel suo mitico negozio della Fifth Avenue. Insomma, la crisi dell’eurozona ha effetti diretti sull’economia Usa dal momento che gli europei comprano meno prodotti e servizi dagli americani, ed effetti indiretti perchè crea un’incertezza finanziaria negli Usa che rallenta la crescita economica.