Abbiamo fatto una promessa
abbiamo giurato che l’avremmo mantenuta
nessuna ritirata, credimi, nessuna resa
fratelli di sangue in una notte di tempesta
con un giuramento da rispettare
nessuna ritirata, credimi, nessuna resa

Senza voce, tutta la notte impossibile dormire, ma chi dei 60mila avrà mai potuto mettere la testa sul cuscino? Gli adulti/e in tribuna, migliaia di ragazze/e nel prato, l’unico posto dove si possa stare ad un concerto del Boss dove rimanere fermi è solo per chi ha le gambe ingessate. Renzi, ancora sicuro di volere rottamare chi è più vecchio di te? Dopo domani sera Bruce è a Firenze: consiglio un giro.

Legare all’età la mancanza di idee e di energia è frutto della povertà di immaginazione ma più di tutto della incapacità di sognare. I vecchi dei partiti che l’altro giorno alla Camera come dei delinquenti si sono spartiti l’Agcom, erano vecchi anche da giovani: ce ne sono ancora oggi in giro, sono quelli che twittano  il nulla anziché occuparsi con testa e cuore del disagio della gente; quelli che al festival del giornalismo di Perugia twittano commenti sul relatore evitando il confronto, mizzica ce l’hanno lì davanti, cosa twitti?

Il concerto di Bruce Springsteen a Milano ieri notte come laboratorio politico: tutte le generazioni rappresentate, donne e uomini insieme senza conflitti, energia come collante, un uomo adulto che non si traveste da ragazzino, no lifting, no atteggiamenti maudit, la sua bellissima faccia di sessantenne delle praterie, rughe e fascino da far impallidire Tom Cruise, corpo sensuale come non mai con l’eros che gli sprizza da dentro, Il Boss non ha bisogno degli addominali tartarugati per attizzare.

Milano e il Boss hanno una storia d’amore in corso dal 1985, data del più bel concerto della sua carriera, amici americani lo ripetono sempre un po’ gelosi che l’icona Usa abbia una piccola città italiana, nemmeno la più bella, nel cuore.

E sì, Milano lo ha amato moltissimo anche ieri notte. C’è uno stato che gli atleti/e migliori conoscono, si chiama Flow ed è uno stato naturalmente alterato di coscienza, niente droghe per i veri fighi, che durante una prestazione sportiva eccellente, entrano in uno stato dove i gesti, la testa e il cuore si allineano per produrre una prestazione memorabile. Intervistati su come siano arrivati a quel traguardo spesso non sanno rispondere, e raccontano con parole molto simili alla trance dei sufi. Lo racconta bene anche se con parole semplici Billy Elliott quando gli viene chiesto come fa a ballare “ in quel modo” e lui , con lo sguardo perso dice che non sa, non può dire ma in quei momenti lui è… ecco… è… elettricità.

E dunque ieri notte il Boss in Flow totale, e noi in Flow con lui e una cosa così non si vive spesso nella vita, perchè in quell caso 1 +1 non fa 2 ma produce l’infinito.
Ci guardava con quello sguardo che aveva già a 20 anni e non ha mai perso, lo sguardo di chi è nato per correre, per non arrendersi mai, e dopo 3 ore 3 filate di rock sudato lui e di più noi, ci chiedeva cosa mai gli accade a Milano, quando pause non ce ne sono e quando sentivamo che aveva bisogno di riprendersi, c’eravamo noi 60mila a unirci alla E street Band che i testi li conosciamo meglio di lui e siamo i suoi migliori supporter e lui si fida.

Bruce che dice in italiano di quanto sia dura in America, che c’è chi perde il lavoro e lui sa che anche qui per noi è dura, e che abbiamo avuto anche il terremoto e però non ci vogliono lacrime, nemmeno per ricordare Clarence che non c’è più e come si fa senza di lui e noi non lo sappiamo perché senza di lui anche noi per un po’ di tempo abbiamo creduto che la Band non sarebbe più stata quella e nemmeno lui avrebbe potuto essere com’era. E sapete non ci credo più alle tecniche di comunicazione: chi è autentico/a sa comunicare. Gli altri/e… no. E’ semplice.

Ma sbagliavamo perché non ci si arrende, mai, e la vita è quella corsa lì, lo sai che siamo nate per questo ci si ferma solo per dare una mano al compagno che cade, per abbracciare la tua donna e il tuo uomo che l’amore è il senso della vita, e non ci si ferma mai perché abbiamo tutti/e tute fatto una promessa e al traguardo ci arriveremo

Cosa vi manca? Cosa vi mancherebbe?

C’è tutto vero, lo sentite?

La restituzione di un mondo uguale o migliore a chi ci seguirà, la fratellanza, la solidarietà, l’onestà profonda e i principi come guida. Ma più di tutto l’Utopia come meta, quell’utopia che non è un sogno irraggiungibile, ma un luogo perfetto che forse non raggiungiamo ma ci da la cifra della nostra battaglia.

Botta di vita incredibile, la mia città che è a pezzi, la città dei Formigoni, della Lega, della Moratti e degli orridi pubblicitari e dei mostri della finanza feroce, la vergognosa Milano da bere che c’è ancora saldissima. Milano che ieri sera ha tirato fuori il meglio di sé, che pensavo fosse morto e sepolto. C’è ancora, si tratta di saperlo risvegliare.

Quella energia, quella certezza che la vita è un mix di quelli che ti stendono tra la gioia più sublime e quel dolore che ti porti nella pancia per tutto quello che poteva e non è stato e per tutte quelli/e che volevi aiutare e non ne sei stata capace.

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