Recentemente ci siamo occupati di tematiche ambientali grazie all’incontro con l’associazione Libero Laboratorio, che ha dato vita e porta avanti a Milano il The Village Doc Festival – di cui vi abbiamo parlato in un articolo la scorsa settimana – e ci siamo resi conto di quanto si sappia realmente poco sull’argomento. I mezzi d’informazione hanno un atteggiamento che si divide fra il disinteresse più smaccato e una totale disinformazione che privilegia esclusivamente, assecondando un certo gusto catastrofico, notizie drammatiche senza fare niente che davvero assomigli ad una corretta e competente informazione.
Ci siamo messi alla ricerca di progetti, nati dal basso, che si occupassero di tematiche ambientali, fra questi vogliamo parlarvi di Attenti all’uomo, un progetto culturale che nasce proprio con l’ambizione di proporre un’informazione nuova sui temi dell’ambiente. L’associazione si divide fra Milano e Salerno e oggi è formata da 5 anime: Federico Lombardi e Alessandra De Sio, impegnati nella comunicazione, Carlo De Sio, giornalista, docente di marketing etico, Franco Lombardi, oncologo, primario al Pio Albergo Trivulzio e Giuliano Polichetti, ricercatore all’Università di Napoli e specializzato in tossicologia clinica e ambientale.
Abbiamo incontrato parte dell’anima milanese del progetto, Federico, che lo scorso anno insieme ad Alessandra decide di fondare Attenti all’uomo perché dice “Siamo alle soglie di un new deal sociale, nel quale è in atto un riposizionamento di tutto quanto fatto e conosciuto fino ad ora. Siamo certi, infatti, che ciascuno di noi può condurre – con principi diversi da quelli seguiti finora – una vita più appagante e contribuire al miglioramento delle condizioni del pianeta, degli animali e dell’uomo”.
Andiamo con ordine. Cosa significa fare informazione sui temi ambientali?
“Qualcuno potrebbe dire che se ne parla già abbastanza. Secondo noi se ne parla troppo, spesso a sproposito e senza alcuna competenza scientifica. Sta diventando il classico argomento da salotto buono tra the e pasticcini, o semplicemente per riempire buchi dentro talk show. Non è raro sentire da giornalisti notizie di qualche anno fa rimixate all’occasione, spesso solo per fare colpo con notizie negative… Quelle positive sovente vengono ignorate. Per esempio non abbiamo visto titoloni o servizi sulla chiusura del buco nell’ozono, eppure è un successo della scienza”.
Vi proponete come una sorta di laboratorio di informazione sulle tematiche green, quali sono secondo voi in Italia oggi le reali emergenze ambientali?
“Oggi parlare di emergenze ambientali italiane, francesi o svedesi è un falso problema, perché il Globo è unico, ed è dimostrato che a parte i fenomeni assolutamente localistici -quale può essere oggi il fiume Sarno o ieri il Seveso – l’ambiente va affrontato per grandi sistemi operando un metodo glocal: operare nel locale, tutelando il globale. Ciò detto la reale emergenza ambientale sono i gas serra (CO2, metano, etc..) che incidono sull’aumento della temperatura, che oggi è a +0,76° gradi sulla Baseline del 1950, e non deve assolutamente arrivare ai fatidici +2° oltre i quali si scioglieranno i ghiacciai dell’Himalaya e il Polo Sud, poiché la temperatura non si distribuisce uniformemente sul globo, si concentra maggiormente ai poli. Poi tra le emergenze sarebbero da aggiungere l’agricoltura, l’acqua e l’allevamento bovino, ma occorrerebbe troppo tempo e tecnicismo per parlarne”.
Il vostro staff si muove tra Salerno e Milano, che rapporto avete col territorio?
“Il nostro lavoro non è espressamente legato alle città di Salerno e Milano e ai rispettivi territori di appartenenza perché la nostra scelta è di fare informazione su scala nazionale; tuttavia è anche vero che proprio l’essere dislocati su due territori diversi, che hanno problemi e soluzioni differenti per i temi trattati da Attenti all’uomo, ci da la possibilità di affrontare la realtà nazionale nella sua interezza e con più dettaglio. Un esempio: al sud è molto sentito il tema della raccolta differenziata e il suo legame con il problema delle discariche che nessun cittadino è più disposto ad accettare, il nord è più interessato da fenomeni di inquinamento urbano ed elettrosmog”.
Nella provincia di Salerno un gruppo di cittadini chiede che venga istituito un registro tumori dell’Agro nocerino-sarnese per la drammatica incidenza sul territorio, stanno anche promuovendo una petizione da presentare al Parlamento Europeo, questo mentre i dati del Registro Tumori di Salerno sono fermi al 2004. Cosa ne pensate?
“Pensiamo che queste iniziative siano fondamentali e che dovrebbero essere enormemente supportate dalle amministrazioni, perché prevenire, curare e sconfiggere il cancro deve essere una priorità della nostra società e di chi governa; tuttavia, per noi un’iniziativa del genere rappresenta anche l’ennesimo segnale delle cattive condizioni di salute dei cittadini. L’incidenza di questa tipologia di malattie, inutile negarlo, è strettamente legata alle cattive condizioni ambientali in cui viviamo.
Il nostro modo di vivere è cambiato radicalmente negli ultimi 30 anni, il modo in cui ci nutriamo innanzitutto, le nostre abitudini sociali ci hanno spinto verso un progressivo e generale disinteresse sul tema, ma è pur vero che ora i cittadini cominciano a desiderare un cambiamento, mossi dal bisogno di un rapporto più equilibrato fra noi e la natura. Ma perché queste energie non vadano perse e quello dell’ambiente non resti un argomento da esercizio di buone intenzioni è necessario impegnarsi tutti, quotidianamente”.
Una lobby buona proveniente dal basso, far sentire la propria voce, i propri bisogni, si può e noi ci crediamo.
Anna Giordano