Studiare l'evoluzione del mommy blogging: questo l'obiettivo dell'appuntamento a Milano, il 9 giugno, al Quanta village. Dove, le madri 2.0 si incontreranno per discutere delle opportunità che nascono dal web e di come trasformare il blog in un lavoro
Si raccontano su internet, sviluppano progetti comuni e si incontrano per condividerli: l’appuntamento delle mamme blogger è a Milano il 9 giugno. Al MammaCheBlog – Social family day ci saranno tavole rotonde in cui discutere delle opportunità che nascono da blog e da social network, di come crescere insieme ai propri figli nella sfera digitale e di come trasformare il blog in un lavoro. Spazi di promozione per presentare il proprio sito e laboratori di formazione per imparare a usare un blog: come crearlo, svilupparlo e farlo crescere. Un’iniziativa dedicata alle mamme 2.0 in cui social significa veramente social: un incontro reale, in un villaggio sportivo – il Quanta Village – alle porte del capoluogo lombardo.
Il progetto è di Fattore Mamma, una società di servizi di marketing e comunicazione che mette in relazione i brand e le mamme e che ha presentato una ricerca sull’evoluzione del mommy blogging. Con un campione di 202 blogger viene fotografata la situazione nel 2012: in Italia il 65 per cento delle mamme che tengono un blog ha un’età compresa tra i 33 e i 44 anni, il 63,5 per cento vive al Nord Italia e il 73 per cento lavora comunque da casa.
«Le mamme blogger fanno intravedere quello che c’è oltre all’essere mamma: chi ha passioni o interessi spesso li mostra in rete», dice a Ilfattoquotidiano.it Chiara Cecilia Santamaria, autrice di Machedavvero. «Vedo molta “imprenditorialità”: donne che grazie al blog si stanno reinventando. Se hai qualcosa da dire o sai fare qualcosa, la rete diventa una vetrina importante». «Ci sono diversi filoni», spiega Jolanda Restano, mamma di tre bambini e creatrice, tra le altre cose, di Filastrocche e tra i fondatori del già citato Fattore Mamma. «Ci sono le eco-mamme attente all’ambiente, le food mamme, le mamme creative, le mamme designer o fotografe e quelle che invece parlano solo dell’essere mamma e del rapporto col bambino. Il blog viene aperto per la grande novità di avere un figlio, ma poi, piano piano, segue le passioni di chi lo scrive».
E mentre i loro blog si aprono ad argomenti diversi, le mamme fanno rete (succede, ad esempio, su Genitori Crescono, un sito che aggrega con il “blogstorming” le mamme e i papà della blogosfera) e a volte coinvolgono fashion e food blogger per promuovere iniziative comuni. Spesso nascono progetti che si sviluppano in collaborazione tra i diversi siti, come quello delle Funky Mamas, che a maggio hanno creato il progetto benefico Pimp my Lil’ sneakers: dieci blogger e creativi hanno personalizzato un paio di scarpe da bambini, che sono state messe in vendita nel negozio online The Kidsboutik per uno scopo benefico. Il ricavato è destinato a Fairtrade, che promuove il commercio equo e solidale. «Fare rete è vitale» spiega Chiara delle Funky Mamas. «Non puoi pensare di stare da solo nel tuo angolo remoto di web, prima o poi qualcuno ti nota. Le collaborazioni nascono per affinità elettive, per somiglianza e comunità di intenti, anche se di primo acchito sembra ci siano distanze incolmabili.
Prevedere il futuro dei mommy blog non è semplice. L’unica certezza è che si tratta di un fenomeno in costante evoluzione, non soltanto in Italia. Secondo uno studio recente di Scarborough Research, società americana di ricerche di mercato, negli Stati Uniti il 14 per cento delle donne con bambini in famiglia ha letto o scritto blog negli ultimi 30 giorni. «Questo fenomeno è talmente all’inizio che è difficile capire dove si andrà», spiega Jolanda Restano. «Credo che aumenteranno i blog e le lettrici, ma i blog che dureranno saranno quelli con contenuti di valore. Penso che le mamme meno interessate alla scrittura si sposteranno su Facebook. E poi credo che ci sarà una forte spinta delle app: una fiaba al giorno, come preparare le pappe, la gravidanza mese per mese…». L’evoluzione va in tutte le direzioni. Il punto fermo è una mamma al timone.