La tragedia del terremoto in Emilia Romagna ha messo in evidenza “un’Italia dal cuore grande e solidale”, ma “ha anche fatto emergere un minoritario lato oscuro che non esito a definire rivoltante”. Queste le parole che l’assessore al turismo della provincia di Rimini, Fabio Galli, ha scritto al ministro Piero Gnudi per denunciare la campagna diffamatoria che su internet è montata silenziosamente contro la riviera romagnola. Una propaganda negativa che gli internauti più diplomatici hanno definito “scorretta”, messa in atto per demolire la già distrutta Emilia Romagna in favore di mete vacanziere ‘alternative’. Che ha sollevato un’ondata generale di indignazione tale da spingere uno dei portali web in questione a cancellare in fretta e furia il post ‘incriminato’.
Peccato che su internet è molto difficile rimuovere completamente traccia di qualsivoglia messaggio. E infatti basta una semplice ricerca per trovare ciò che amanteaonline.it aveva raccontato della capitale del divertimento ai potenziali turisti estivi. “La riviera romagnola è messa completamente in ginocchio, diversi i danni in tutto il territorio a livello regionale – si legge sul web – Tutti coloro che hanno prenotato una vacanza, con molta probabilità staranno disdicendo la propria permanenza. L’Emilia Romagna dunque non potrà partecipare alla competizione estiva, le scosse potrebbero durare anni per cui è consigliabile andare verso altre mete per non rischiare di imbattersi in un altro terremoto. Il Sud è tra le mete più consigliate, ambita e sicura è senza dubbio la Calabria, che potrebbe essere un’ottima soluzione con il suo litorale vasto che si estende dallo Ionio fino al Tirreno”. E amanteaonline ha pronta una meta in particolare da suggerire. “Noi vi consigliamo la città di Amantea”.
Prima che la redazione del portale tentasse di rimuovere il post, che sulla pagina stessa del sito ha ricevuto una lunga serie di critiche e insulti niente affatto velati, l’articolo era corredato anche da una fotografia. Una casa distrutta dal sisma ovviamente, quale, se quello del 20 maggio, del 29, se a Novi di Modena o a Finale Emilia, non importa.
A fronte di questi “episodi, che se non adeguatamente monitorati in queste ore e in questi giorni, possono provocare un danno grave al turismo romagnolo e in generale italiano” Galli ha quindi scritto al ministro del Turismo Gnudi per chiedere un aiuto. “Lascio un attimo in disparte la scorrettezza fondata sulla falsità e che meriterebbe di essere trattata in sedi più opportune. Voglio invece sottolineare la miopia di chi ritiene non sia il Paese tutto a perderci da simili ‘colpi bassi’, andando ad aggiungere una nauseante concorrenza (?) ai cronici problemi del turismo italiano, ormai da anni senza bussola e senza finanziamenti”.
“Per tutto questo, signor ministro – ha aggiunto Galli – chiedo se sia opportuno mettere formalmente a parte del problema tutti gli assessori regionali al Turismo, affinché ognuno di questi si faccia parte attiva sui territori di competenza per sensibilizzare, e evitare che accadano simili fatti la cui principale ‘vittima’ è l’Italia”.
Esistono diversi modi di praticare lo sciacallaggio e per chi ha letto il post pubblicato su amanteaonline.it, questo è uno di quelli. “Vergogna”, “ma che bella promozione turistica!” e “siete da querelare! a rubare il lavoro a chi è più bravo di voi” sono solo alcune delle frasi che hanno corredato la condivisione sfrenata dell’articolo, che in poche ore ha fatto il giro del web.
“Tentano di alimentare la psicosi” ha commentato sdegnato il sindaco di Rimini Andrea Gnassi, “l’Italia è fatta di esseri umani, non di sciacalli” hanno aggiunto gli internauti.