Vince la sinistra al primo turno delle elezioni politiche francesi. Ed è ormai molto probabile che François Hollande, dopo i ballottaggi che si terranno fra due settimane, possa contare su una maggioranza assoluta nella futura Assemblea nazionale. Non solo: a quel traguardo dovrebbero arrivare i socialisti da soli, con gli alleati che vengono definiti del «primo circolo», alcuni piccoli partiti, quello radicale di sinistra in primis. E senza i Verdi, che pure sono presenti già nel Governo formato da Hollande dopo la sua nomina, presieduto da Jean-Marc Ayrault. Soprattutto il neopresidente per governare non dovrà allargare l’alleanza al Front de gauche, la formazione di estrema sinistra (comunisti compresi) di Jean Luc Mélénchon. Che era la vera, grande preoccupazione di Hollande.

E’ quanto emerso dal primo turno delle consultazioni legislative, che si è tenuto ieri, almeno secondo gli ultimi dati forniti dal ministero degli Interni (già su 35,5 milioni di voti). Oltre al fatto che l’Ump, il partito di centro-destra, segnato da feroci lotte intestine, dopo che Nicolas Sarkozy ne ha lasciato la guida, non ha comunque accusato la disfatta che tanti prevedevano, riuscendo a mantenere il suo elettorato tradizionale. «I francesi hanno dato il loro sostegno al cambiamento», ha sottolineato Martine Aubry, segretario generale del Partito socialista (Ps), dato che la politica di riforme voluta da Hollande potrà contare sulla maggioranza assoluta nella futura Assemblea nazionale. Jean-François Copé, suo collega all’Ump, non ha parlato di sconfitta per il suo partito, ma ne ha invece sottolineato la buona tenuta. «Molti dei nostri compatrioti – ha dichiarato – hanno voluto, votandoci, mostrare la loro preoccupazione per l’aumento massiccio delle imposte necessario a pagare le riforme di Hollande, realizzate a scapito della lotta contro la delinquenza».

Veniamo alle cifre. Globalmente la sinistra (se si considera anche il Front de gauche) si assicura il 46,77% dei consensi contro il 34,07% per l’UMP e il 13,6% per il Front National di Marine Le Pen. Rispettivamente alle ultime legislative di cinque anni fa gli stessi schieramenti erano arrivati al 35,5%, al 45,6% e al 4,3%. Insomma, fra sinistra e destra la situazione si è ribaltata. In una situazione che, a livello dell’affluenza alle urne, ha vito l’assenteismo interessare ben il 42,77% degli elettori contro il 39,9% del 2007. Ma sopratutto siamo assai distanti  dal 79,48% dei francesi che ha partecipato, appena quattro settimane fa, al secondo turno delle presidenziali. Quanto ai singoli partiti della sinistra, quello socialista (Ps), contando anche gli alleati più stretti, dovrebbe arrivare al 34,9% e cosi’ primeggiare, anche su di poco, sull’Ump. I Verdi, invece, dovrebberio fermarsi al 4,9% e il Front de gauche al 6,5%. Importante, comunque, è vedere quanti seggi i diversi schieramenti otterranno dopo il secondo turno, previsto fra due settimane. Ebbene, per i socialisti ne sono previsti fra 283 e 329. E, dato che, per avere la maggioranza assoluta nell’Assemblea nazionale, sono necessari almeno 289 seggi, è molto probabile che la sinistra centri tale obiettivo. E senza avere bisogno dell’appoggio né dei Verdi, né del Front de gauche.

 Il sistema maggioritario applicato alle legislative francesi prevede che passino al secondo turno non solo i primi due classificati al primo, ma anche gli altri candidati (in genere solo un terzo) che abbiano ottenuto almeno il 12,5% degli aventi diritto al voto in ogni circoscrizione. In molti casi, al secondo turno, il ruolo del terzo incomodo verrà svolto dal candidato del Front National. Ben in 62 collegi il Front National sarà presente ai ballottaggi. Normalmente l’Fn vede i suoi consensi calare bruscamente tra le presidenziali e le successive elezioni politiche. Questa volta, invece, si è passati dal 17,9% del primo turno delle presidenziali per la Le Pen al 13,4% di questa domenica. Si tratta di una riduzione tutto sommato contenuta rispetto al passato. K’Fn è ormai saldamente il terzo partito di Francia. Non solo: la zarina dell’estrema destra è arrivata prima, con il 42%, nella circoscrizione di Hénin-Beaumont, nel Nord del Paese. Qui si era presentato anche Mélenchon, che è stato fatto fuori e non parteciperà al balottaggio, che vedrà la Le Pen confrontarsi con il socialista Philippe Kemel. Le previsioni attuali, comunque, danno un massimo di due deputati alla fine al Front National, dopo il ballottaggio, perché è esclusa un’alleanza del partito con l’Ump. Sarebbe comunque già una piccola vittoria, dato che la formazione di estrema destra non ha una presenza all’Assemblea nazionale dal lontano 1988.

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