Sono da poco passate le 10 (le 19 in Italia) quando Tim Cook, nuovo ceo di Apple dalla scomparsa di Steve Jobs, si appresta ad aprire la sua prima conferenza per gli sviluppatori (Wwdc) con il consueto spot autocelebrante fatto di numeri e statistiche del mercato dell’azienda. La colazione offerta agli sviluppatori presenti già in fila dalle prime ore del mattino è solo un piccolo preambolo alla conferenza tanto attesa da far esaurire i biglietti disponibili nel giro di meno di due ore dall’apertura del botteghino.

All’ingresso del Moscone Center di San Francisco qualche cartellone scoperto (tra cui quello con iOS6) e altri coperti da un telo nero nel classico stile dell’azienda di Cupertino. L’ingrato compito di rompere il ghiaccio in sala è toccato però a Siri, l’assistente virtuale introdotto con l’iPhone4S che con una piccola demo ha tagliato il nastro a questa 23esima edizione del Wwdc. Tanta attesa che ha lasciato spazio a qualche novità largamente annunciata, nessuna grossa sorpresa ed il rilascio di alcune funzioni che, in qualche modo, erano state richieste dagli utenti su più fronti. Le prime novità sono state presentate da Philip Schiller a partire da una rinfrescata della linea dei Mac portatili sia per la versione Air che per quella Pro e l’introduzione di un nuovo modello di fascia alta chiamato “MacBook Pro – Next Generation” con un display da 15,4 pollici ed il tanto attesa Retina Display, introdotto per la prima volta con l’iPhone4, con una risoluzione di 2880×1800 pixels (quasi 4 volte in più rispetto all’attuale linea Pro). Più sottile di un modello MacBook Air ma con prestazioni professionali che sarà venduto ad un prezzo di 2299 euro.

Qualche novità anche per il sistema operativo dalle parole di Craig Federighi: alcune migliorie già rivelate dai numerosi rumors ma, anche in questo caso, niente di così eclatante. Maggiore integrazione con iCloud per quanto riguarda messaggi, promemoria e note; sistema di dettatura in ogni programma anche realizzato da altri sviluppatori; alcune piccole migliore per Safari, il browser di casa Apple, che supporterà la sincronizzazione delle pagine e dei tabs tra i vari dispositivi; Game Center anche su Mac con sfide multi-piattaforma online. Oltre 200 nuove funzioni per Mountain Lion, disponibile dal mese prossimo ad un prezzo inferiore rispetto al suo predecessore. Unica certezza dell’intero incontro era la presentazione di iOS6, la nuova versione del sistema operativo per iPhone e iPad che arriva al sesto aggiornamento sostanzioso dal suo rilascio nel 2007.

Sorprese? Praticamente nessuna, solo qualche funzione in più. Come largamente annunciato, Scott Forstall ha illustrato: la completa integrazione di Facebook, così come avvenuto con Twitter in iOS5; le nuove mappe in 3D molto simili a quelle presentate da Google solo alcuni giorni fa, a cui si integra un sistema di navigazione interattivo con aggiornamenti sul traffico ed eventuali incidenti; FaceTime anche sotto rete 3G. Soddisfazione per il Belpaese per l’introduzione dell’italiano per Siri a cui si abbina la stipula di un accordo con le principali case automobilistiche per l’installazione di un tasto sul volante con cui poter interagire con l’assistente virtuale di Apple. In chiusura Tim Cook ha commentato: “Solo Apple può produrre hardware, software e servizi così stupefacenti. Siamo così orgogliosi di questi prodotti perché rappresentano l’esempio perfetto di quello che Apple sa fare meglio. E, ultimamente, sottolinea il perché le persone scelgono di lavorare alla Apple e con Apple. I nostri prodotti, uniti alle vostre applicazioni, possono radicalmente cambiare il mondo”. Insomma: nulla di nuovo nemmeno nello stile del keynote che, anche senza Steve Jobs, ha mantenuto lo stesso livello di autocelebrazione introducendo alcune novità insieme ad altri naturali aggiornamenti.

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