La società che gestisce lo scalo lascia un buco di bilancio che assomiglia più a un baratro: secondo i periti della Procura ammonterebbe a 11 milioni di euro. Il tracollo iniziato dopo l'abbandono di Ryanair e Wind Jet
All’estrema unzione dello scalo aereo forlivese, inserito già da due anni, nel piano di chiusura degli scali piccoli e in perdita, si accompagna una vicenda giudiziaria che vede iscritte nel registro degli indagati 6 persone, tra cui l’ex sindaco di Forlì ed ex presidente di Seaf Franco Rusticali del Pd e Rodolfo Vezzelli, ex direttore generale del Ridolfi, ora alla guida dell’aeroporto Fellini di Rimini.
Al vaglio della magistratura è tutto il periodo che va dal 2006 al 2010, ma attenzione particolare è dedicata al biennio 2008-2010, in cui il deficit è schizzato da 5 a 9 milioni di euro. In quel periodo si è registrato il primo tracollo dovuto all’abbandono di Ryanair che ha spostato i suoi scali a Bologna, poi quello di Windjet che ha scelto Rimini.
Rusticali è indagato dalla Procura per la sua carica di ex presidente di Seaf, Vezzelli per il suo ruolo di direttore Seaf fino al 31 dicembre del 2009. Bancarotta,bancarottafraudolenta e ricorso abusivo al credito sono i reati ipotizzati nel fascicolo aperto dal sostituto procuratore Filippo Santangelo, al lavoro sull’indagine assieme al procuratore Sergio Sottani e al sostituto Alessandro Mancini.
I magistrati sono intenti a esaminare la contabilità analitica dei bilanci e per farvi chiarezza è stato sentito Riccardo Roveroni, il commercialista bolognese che si occupa della liquidazione Seaf.
Nonostante i conti poco a posto il Ridolfi ha ottenuto la concessione trentennale di Enav, seppure in assegnazione provvisoria. Concessione che potrebbe anche essere revocata, se non si farà avanti un investitore che decida, entro l’anno, di scommettere sullo scalo di Forlì, che per ora è ancora aperto al traffico e garantisce, come si legge sul sito, voli regolari.
Gli inquirenti stanno esaminando tutte le carte che le Fiamme gialle hanno sequestrato nelle sedi della Regione, del Comune, della Provincia e della Camera di commercio di Forlì-Cesena. Sotto la loro lente vi è soprattutto l’accordo tra Windjet e Seaf. Le passività accumulate nel bilancio tra i biglietti acquistati e quelli veramente venduti pare che siano la causa prima dell’enorme passivo dell’aeroporto. Oltre ai biglietti, presunti voli gratis per alcuni vip e alla cancelleria (nel 2009 se ne sono andati più di 51mila euro), s’indaga sulla cospicua spesa di 479.157 euro per consulenze esterne, a bilancio nel 2008.
Certo è che la voragine da 11 milioni di euro deve essersi formata per qualche ragione e la responsabilità non può essere scaricata solo sul periodo in cui l’aeroporto di Bologna chiuse temporaneamente e si trasferì al Ridolfi, quando venne acceso un mutuo di 9 milioni garantito con una fideiussione coperta per il 66% dalla spa Sab, che controlla il Marconi e per il 33% dal Comune.
Da parte sua Franco Rusticali in un’intervista scarica ogni accusa: “Autocritiche? –afferma- Assolutamente no. Quello che è stato fatto è stato fatto al meglio e il bilancio è sempre stato trasparentissimo”.
In attesa che le indagini facciano chiarezza sul buco del Ridolfi, Raffaella Pirini, di Destinazione Forlì (la componente grillina del consiglio comunale) intona il suo De profundis allo scalo forlivese: “Non è pensabile – ammonisce – che ciò che è risultato fallimentare si trovi ancora a essere nelle stesse condizioni, pur di mantenere un centinaio di posti di lavoro e si debba continuare ad aumentare il baratro del debito pubblico a discapito dell’intera collettività, alla quale viene negato un’innumerevole lista di servizi primari”.