“È una legge non finanziata e non prevede alcun obbligo per le ostetriche pubbliche di offrire la propria disponibilità per assistere i parti a domicilio. Attualmente la disponibilità è molto bassa, come la possibilità di definire un team che assista tutte le donne che ne fanno richiesta. Nel 2012 siamo riusciti a rispondere positivamente a una donna e a tre la risposta è stata negativa”.
Il dottor Paolo Accorsi dirige il dipartimento di ostetricia, ginecologia e pediatria dell’azienda Usl di Modena. In quanto tale viene spesso tirato in ballo dalle donne modenesi che vorrebbero partorire a domicilio con il servizio pubblico. “Occorre delineare meglio di quale ordine di misura stiamo parlando: si tratta di 5-10 richieste all’anno, su un totale di quasi 7.500 parti” spiega il medico interpellato da ilfattoquotidiano.it.
“Qualcuno dovrebbe provare a rendersi conto che con i drammatici problemi che dobbiamo gestire quotidianamente per la scarsità di risorse, problemi che ci obbligano quotidianamente a scegliere a cosa rinunciare per garantire comunque al meglio la salute del maggior numero possibile di mamme, quello di cui stiamo parlando è un problema incredibilmente limitato”.
Un “problema”, come lo chiama il dottor Accorsi che ora, promette, ci si impegnerà a superare. “Preso atto della attuale scarsa disponibilità di ostetriche ospedaliere verso l’assistenza domiciliare, stiamo cercando di concretizzare un accordo con due ostetriche, esterne agli ospedali, che ci garantiscano una più ampia risposta a questa ristretta fascia di popolazione; il mio augurio e il mio impegno, è che questo accordo si possa stipulare nel giro di qualche mese”.
Sulla questione dei pagamenti alle ostetriche il dottor Accorsi si difende, ma ammette che il problema c’è stato. “Trattandosi di dipendenti di diverse aziende (Policlinico e azienda Usl, ndr) ci sono stati dei problemi di trasmissione di informazione, e alcuni parti non sono stati pagati in modo tempestivo. L’azienda che è responsabile del pagamento ha però provveduto nei mesi scorsi ai necessari adempimenti. L’Azienda ricevente dovrebbe aver provveduto: non è però nelle mie possibilità la verifica dei versamenti alle ostetriche interessate. Ma a quanto mi consta, si tratta di un problema superato”.