Beppe Grillo contro Beppe Severgnini che dalle colonne del Financial Times lo accusa di ‘populismo 2.0’ e lo paragona a Mussolini. Il quotidiano economico ha pubblicato la scorsa settimana un articolo sul fenomeno 5 Stelle, che ha mandato su tutte le furie il comico. La sua creatura politica, spiega sul suo blog, con un “attacco deliberato” è stata dipinta “come un fenomeno da baraccone”. Di qui la decisione di replicare, con una lettera che è un atto di accusa contro la ‘partitocrazia’ italiana e insieme una difesa dello spirito democratico del M5S.
Beppe Severgnini nell’editoriale ‘incriminato’ sulla testata inglese scriveva che “l’attitudine da showman, l’empatia, la comunicazione unidirezionale e lo stretto controllo del proprio partito” da parte di Grillo ricordano non solo Berlusconi e Bossi, ma anche “lo showman più scuro, la figura più pericolosa: Benito Mussolini”. Grillo, naturalmente, respinge il paragone. E nella sua lettera, pubblicata ieri dal quotidiano, afferma: “Sono stato comparato a un dittatore. Questo per me è offensivo”. “L’articolo – sostiene il leader dei 5 Stelle – è un attacco deliberato a un movimento democratico che rappresento. Il M5S non ha ‘soluzioni semplicistiche a problemi complessi’, come scrive Severgnini, ma un programma completo discusso in Rete per mesi e pubblicato online sul sito”.
Poi aggiunge che “in Italia i partiti politici hanno occupato ogni spazio nell’industria, nelle banche, nei media, ecc. Noi viviamo ormai in una partitocrazia, non più in una democrazia. Al contrario dei partiti politici, il M5S ha rifiutato ogni finanziamento pubblico”. Ora, sottolinea, “alcune proiezioni valutano il M5S seconda forza politica con il 20% dei voti a solo due anni e mezzo dalla fondazione”. E conclude: “Il M5S ha come obiettivo lo sviluppo di una vera democrazia e consentire ai cittadini di essere coinvolti in ogni decisione. Lo spirito può essere riassunto in due parole – rivendica – trasparenza e partecipazione”.