Il consiglio regionale ha approvato poche ore fa all’unanimità un provvedimento che garantisce finanziamenti certi e non stornabili alle Asl per istituire un registro che metta in rete i dati sull’incidenza delle patologie tumorali e copra tutta la regione, senza fermarsi alla quarantina di comuni finora raggiunti
E’ legge il Registro dei tumori della Campania. Il consiglio regionale ha approvato poche ore fa all’unanimità un provvedimento che garantisce finanziamenti certi e non stornabili alle Asl per istituire un registro che metta in rete i dati sull’incidenza delle patologie tumorali e copra tutta la regione, senza fermarsi alla quarantina di comuni finora raggiunti. Si colma finalmente una lacuna gravissima per un territorio particolarmente inquinato come quello del napoletano e del casertano, rovinato da sversamenti abusivi di ogni tipo. Il registro consentirà di poter mettere in relazione eventuali impennate dei casi di cancro con l’esposizione di ipotetici fattori di rischio, come la presenza di discariche illecite o lo smaltimento di liquidi tossici. Passaggio fondamentale per poi definire politiche di prevenzione e di bonifica. Il tutto sotto il coordinamento delle Asl e dell’Istituto Tumori Pascale, un centro oncologico di spessore nazionale.
Peccato che la legge, che ha ottenuto il plauso di tutte le forze politiche, sia accompagnata da polemiche furibonde sul modo in cui è stata approvata. E i circa 100 manifestanti, esponenti dei comitati antidiscarica, del Laboratorio Insurgencia, del Movimento 5 Stelle e dell’Isde (Associazione Internazionale dei Medici per l’Ambiente), hanno affollato il Centro Direzionale di Napoli per chiedere una rapida approvazione del provvedimento più volte rinviato negli ultimi mesi, hanno lasciato la piazza mescolando soddisfazione e recriminazioni.
L’Isde in particolare solleva il caso della loro estromissione dal comitato tecnico-scientifico. Ritirato l’emendamento dell’assessore Udc Pasquale Sommese che prevedeva la presenza gratuita nell’organismo, come uditori, dei ‘medici dell’ambiente’, i cani da guardia della salute del territorio campano, da anni animatori di iniziative e battaglie per la bonifica delle aree a rischio e per la riduzione degli inceneritori e delle discariche.
Antonio Marfella, dell’Isde, si rammarica: “E’ stata approvata una buona legge, ma anche stavolta la politica ha perso una bella occasione per mostrare la massima trasparenza nella elaborazione e nella pubblica discussione tecnica e comunicazione dei dati. Il Presidente Nazionale dell’Ordine dei Medici nei mesi scorsi ha pubblicamente affermato che non si può essere Primari in Italia senza essere lottizzati politicamente. La Regione Campania, eliminando i Medici dell’Ambiente, promotori ed estensori della prima bozza della legge, persino come uditori gratuiti, ha ribadito che non solo non si puo’ essere Primari, ma nemmeno uditori gratuiti senza il consenso dei partiti. Sembra evidente la paura di perdere il controllo totale dei dati, di chi li produce e di chi li deve diffondere. E la legge continua a riservare un ruolo importante e retribuito anche a chi in questi ultimi venti anni non ha prodotto né diffuso alcun dato, per esempio “nascondendo” per molti mesi il rapporto Sebiorec sulla presenza di sostanze tossiche nel sangue dei cittadini campani”.
Sulla stessa lunghezza il comunicato diffuso dalle associazioni che hanno partecipato al sit-in: “La legge è una grande vittoria per i comitati. Tuttavia i movimenti Cinque Stelle, Insorgenza Civile, Comitato Discarica Chiaiano, Napoli l’Altra, che hanno condotto la battaglia per il registro dovranno, ora più che mai, vigilare affinché la legge venga attuata, anche perché la stessa pecca di trasparenza. Nonostante le rassicurazioni di tutti i partiti, la presenza tecnica, indipendente e gratuita dell’Isde è stata azzerata dalla politica, terrorizzata dal registrare la presenza ai lavori di tecnici non nominati dalla politica nè imparentati con la stessa”.