L’accusa è di aver rubato informazioni personali dei cittadini britannici grazie ad attrezzature posizionate sulle automobili che fotografavano le strade del Regno Unito, per il popolarissimo servizio di Street View. Ora Google, il gigante del motore di ricerca e della posta online, viene ufficialmente indagato dall’Ico, l’Information Commissioner britannico, una sorta di autorità per la privacy e per quei dati personali che tanto stanno a cuore ai sudditi della regina. Nel mirino dell’azienda informatica sarebbero finite e-mail, password di vari siti e persino cartelle cliniche digitali. Tutto reso “trasparente” dalle reti wi-fi, disponibili ormai nella maggior parte delle case del Regno Unito.
L’Ico ha scritto a Google, chiedendo spiegazioni circa la tecnologia utilizzata durante l’operazione Street View, che nel Regno Unito iniziò nel 2009. La vicenda va avanti da almeno due anni, ma l’inchiesta ufficiale dell’Information Commissioner è un passo in più nella difesa della privacy dai colossi del digitale. Già nell’aprile del 2010, Google aveva detto all’Ico che la cattura di dati personali era stato “un errore”. E le inchieste vanno avanti anche negli Stati Uniti, dopo che è emerso, all’inizio di quest’anno, che in effetti Google possiede tecnologie sufficienti a “carpire” le informazioni dei cittadini.
Steve Eckersley, uno dei funzionari più in vista dell’Ico, ieri ha mandato al vice presidente di Google, Alan Eustace, sette domande. Fra queste: “Quando avete saputo di poter catturare dati personali dalle case dei britannici?”. E ancora: “Perché non ci avete informati della vicenda del luglio del 2010, quando una prima indagine fu effettuata?”. Secondo il Guardian, ora, Google rischia almeno 500mila sterline di multa, più di 600mila euro. E sempre secondo il quotidiano britannico, l’azienda rischierebbe anche un’indagine della polizia, nel caso dovesse emergere un reale utilizzo di queste informazioni personali.
Un portavoce di Google, intanto, ha subito preso le difese della società: «Siamo felici di poter rispondere alle domande dell’Information Commissioner. Abbiamo sempre detto che il nostro personale manageriale non voleva catturare informazioni private e non ha mai voluto usarle. I nostri manager non hanno nemmeno mai guardato questi dati». Sui quotidiani britannici, periodicamente, compaiono notizie sulla pericolosità di Street View, soprattutto ora che emerso, come ha riportato il Daily Mail, che Google starebbe pensando di utilizzare elicotteri per mettere in piedi una sorta di Street View “dall’alto”. La notizia non è stata confermata dal gigante del digitale, ma notizie come queste costituiscono lo spauracchio quasi quotidiano per associazioni di consumatori e cittadini del Regno Unito.
Anche la Federal Communications Commission americana sta portando avanti un’inchiesta sul servizio di Google, anche se finora non sono emerse azioni contrarie alla legge statunitense. L’unica sanzione, una piccola multa, è stata emessa dalla Fcc, che ha stabilito che Google è stata colpevole di aver ritardato e impedito le indagini sul suo conto. La diversa legislazione britannica, più garantista nei confronti della privacy e dei diritti dei cittadini, potrebbe comunque costituire un “ostacolo” alla catalogazione delle città britanniche portata avanti negli ultimi tre anni dalle “Google cars”. Francia, Germania, Canada e Paesi Bassi hanno, negli ultimi anni, avviato le loro indagini.
Mondo
Google sotto inchiesta nel Regno Unito. “Privacy violata con Street View”
La società del motore di ricerca è indagato dall'Information Commissioner, una sorta di Garante per la privacy inglese. Se dovesse emergere un reale utilizzo di queste informazioni l'azienda potrebbe rischiare anche un'indagine della polizia. Inchieste aperte anche in Usa, Francia, Germania, Canada e Paesi Bassi
L’accusa è di aver rubato informazioni personali dei cittadini britannici grazie ad attrezzature posizionate sulle automobili che fotografavano le strade del Regno Unito, per il popolarissimo servizio di Street View. Ora Google, il gigante del motore di ricerca e della posta online, viene ufficialmente indagato dall’Ico, l’Information Commissioner britannico, una sorta di autorità per la privacy e per quei dati personali che tanto stanno a cuore ai sudditi della regina. Nel mirino dell’azienda informatica sarebbero finite e-mail, password di vari siti e persino cartelle cliniche digitali. Tutto reso “trasparente” dalle reti wi-fi, disponibili ormai nella maggior parte delle case del Regno Unito.
L’Ico ha scritto a Google, chiedendo spiegazioni circa la tecnologia utilizzata durante l’operazione Street View, che nel Regno Unito iniziò nel 2009. La vicenda va avanti da almeno due anni, ma l’inchiesta ufficiale dell’Information Commissioner è un passo in più nella difesa della privacy dai colossi del digitale. Già nell’aprile del 2010, Google aveva detto all’Ico che la cattura di dati personali era stato “un errore”. E le inchieste vanno avanti anche negli Stati Uniti, dopo che è emerso, all’inizio di quest’anno, che in effetti Google possiede tecnologie sufficienti a “carpire” le informazioni dei cittadini.
Steve Eckersley, uno dei funzionari più in vista dell’Ico, ieri ha mandato al vice presidente di Google, Alan Eustace, sette domande. Fra queste: “Quando avete saputo di poter catturare dati personali dalle case dei britannici?”. E ancora: “Perché non ci avete informati della vicenda del luglio del 2010, quando una prima indagine fu effettuata?”. Secondo il Guardian, ora, Google rischia almeno 500mila sterline di multa, più di 600mila euro. E sempre secondo il quotidiano britannico, l’azienda rischierebbe anche un’indagine della polizia, nel caso dovesse emergere un reale utilizzo di queste informazioni personali.
Un portavoce di Google, intanto, ha subito preso le difese della società: «Siamo felici di poter rispondere alle domande dell’Information Commissioner. Abbiamo sempre detto che il nostro personale manageriale non voleva catturare informazioni private e non ha mai voluto usarle. I nostri manager non hanno nemmeno mai guardato questi dati». Sui quotidiani britannici, periodicamente, compaiono notizie sulla pericolosità di Street View, soprattutto ora che emerso, come ha riportato il Daily Mail, che Google starebbe pensando di utilizzare elicotteri per mettere in piedi una sorta di Street View “dall’alto”. La notizia non è stata confermata dal gigante del digitale, ma notizie come queste costituiscono lo spauracchio quasi quotidiano per associazioni di consumatori e cittadini del Regno Unito.
Anche la Federal Communications Commission americana sta portando avanti un’inchiesta sul servizio di Google, anche se finora non sono emerse azioni contrarie alla legge statunitense. L’unica sanzione, una piccola multa, è stata emessa dalla Fcc, che ha stabilito che Google è stata colpevole di aver ritardato e impedito le indagini sul suo conto. La diversa legislazione britannica, più garantista nei confronti della privacy e dei diritti dei cittadini, potrebbe comunque costituire un “ostacolo” alla catalogazione delle città britanniche portata avanti negli ultimi tre anni dalle “Google cars”. Francia, Germania, Canada e Paesi Bassi hanno, negli ultimi anni, avviato le loro indagini.
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Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Il Segretario di Stato Marco Rubio ha dichiarato alla Cbs che ci sarà un aumento dei casi di detenzione simili a quello del manifestante filo-palestinese Mahmoud Khalil. "Ogni giorno, ormai - ha aggiunto - approviamo revoche di visti e anche di Green Card".
"Devi fare certe dichiarazioni", ha spiegato a proposito dei non cittadini che arrivano negli Stati Uniti. "Se ci dici, quando fai domanda per un visto, che stai arrivando negli Stati Uniti per partecipare a eventi pro-Hamas che vanno contro gli interessi della politica estera... Se ci avessi detto che lo avresti fatto, non ti avremmo mai dato il visto".
Beirut, 16 mar. (Adnkronos) - Hezbollah ha condannato in una dichiarazione gli attacchi americani contro obiettivi Houthi nello Yemen. "Affermiamo la nostra piena solidarietà nei confronti del coraggioso Yemen e chiediamo a tutti i popoli liberi del mondo e a tutte le forze di resistenza nella nostra regione e nel mondo di unirsi per contrastare il progetto sionista americano contro i popoli della nostra nazione", ha scritto in una nota il Partito di Dio.
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi americani in Yemen sono "un avvertimento per gli Houthi e per tutti i terroristi". Lo ha detto a Fox News il vice inviato degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Morgan Ortagus, sottolineando che "questa non è l'amministrazione Biden. Se colpisci gli Stati Uniti, il presidente Trump risponderà. Il presidente Trump sta ripristinando la leadership e la deterrenza americana in Medio Oriente".
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Steve Witkoff, ha definito "inaccettabili" le ultime richieste di Hamas in merito al cessate il fuoco a Gaza. Riferendosi alla conferenza del Cairo di inizio mese, l'inviato statunitense per il Medio Oriente ha detto alla Cnn di aver "trascorso quasi sette ore e mezza al summit arabo, dove abbiamo avuto conversazioni davvero positive, che descriverei come un punto di svolta, se non fosse stato per la risposta di Hamas".
Hamas avrebbe insistito affinché i negoziati per un cessate il fuoco permanente iniziassero lo stesso giorno del prossimo rilascio di ostaggi e prigionieri palestinesi. Secondo Al Jazeera, Hamas ha anche chiesto che, una volta approvato l'accordo, i valichi di frontiera verso Gaza venissero aperti, consentendo l'ingresso degli aiuti umanitari prima del rilascio di Edan Alexander e dei corpi di quattro ostaggi. Inoltre, il gruppo ha chiesto la rimozione dei posti di blocco lungo il corridoio di Netzarim e l'ingresso senza restrizioni per i residenti di Gaza che tornano dall'estero attraverso il valico di Rafah.
"Abbiamo trascorso parecchio tempo a parlare di una proposta di ponte che avrebbe visto il rilascio di cinque ostaggi vivi, tra cui Edan Alexander, e anche, tra l'altro, il rilascio di un numero considerevole di prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane", ha detto Witkoff. "Pensavo che la proposta fosse convincente: gli israeliani ne erano stati informati e avvisati in anticipo". "C'è un'opportunità per Hamas, ma si sta esaurendo rapidamente", ha continuato Witkoff. " Con quello che è successo ieri con gli Houthi, ciò che è successo con il nostro ordine di attacco, incoraggerei Hamas a diventare molto più ragionevole di quanto non sia stato finora".
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha scoperto un nascondiglio di armi nel campo profughi di Nur Shams, fuori Tulkarem, nella Cisgiordania settentrionale. Lo ha reso noto l'Idf, precisando che sono state rinvenute diverse borse contenenti armi, una delle quali conteneva anche un giubbotto con la scritta 'Unrwa'. Le armi confiscate sono state consegnate alle forze di sicurezza per ulteriori indagini.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un missile lanciato dagli Houthi è caduto a Sharm el-Sheikh, nella penisola egiziana del Sinai. Lo ha riferito la radio dell'esercito israeliano, aggiungendo che l'Idf sta indagando per stabilire se il missile fosse diretto contro Israele.
Passo del Tonale, 15 mar.(Adnkronos) - Che l’aspetto competitivo fosse tornato ad essere il cuore pulsante di questa quinta edizione della Coppa delle Alpi era cosa già nota. Ai piloti il merito di aver offerto una gara esaltante, che nella tappa di oggi ha visto Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro 508 C del 1937, prendersi il primo posto in classifica scalzando i rivali Matteo Belotti e Ingrid Plebani, secondi al traguardo sulla Bugatti T 37 A del 1927. Terzi classificati Francesco e Giuseppe Di Pietra, sempre su Fiat 508 C, ma del 1938. La neve, del resto, è stata una compagna apprezzatissima di questa edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo forse a rendere ancor più sfidante e autentica la rievocazione della gara di velocità che nel 1921 vide un gruppo di audaci piloti percorrere 2300 chilometri fra le insidie del territorio alpino, spingendo i piloti a sfoderare lo spirito audace che rappresenta la vera essenza della Freccia Rossa.
Nel pomeriggio di oggi, dalla ripartenza dopo la sosta per il pranzo a Baselga di Piné, una pioggia battente ha continuato a scendere fino all’arrivo sul Passo del Tonale, dove si è trasformata in neve. Neve che è scesa copiosa anche in occasione del primo arrivo di tappa a St. Moritz e ieri mattina, sul Passo del Fuorn. Al termine di circa 880 chilometri attraverso i confini di Italia, Svizzera e Austria, i 40 equipaggi in gara hanno finalmente tagliato il traguardo alle 17:30 di oggi pomeriggio all’ingresso della Pista Ghiaccio Val di Sole, dove hanno effettuato il tredicesimo ed ultimo Controllo Orario della manifestazione.
L’ultimo atto sportivo dell’evento è stato il giro nel circuito, all’interno del quale le vetture si sono misurate in una serie di tre Prove Cronometrate sulla neve fresca valide per il Trofeo Ponte di Legno, vinto da Francesco e Giuseppe Di Pietra. L’altro trofeo speciale, il Trofeo Città di Brescia, ovvero la sfida 1 vs 1 ad eliminazione diretta di mercoledì sera in Piazza Vittoria, era stato anch’esso vinto da Aliverti-Polini.