Succede di rado, ma succede sempre più spesso.
Due anni fa era toccato al concorso notarile: i candidati si erano ribellati alle irregolarità e la commissione era stata costretta ad annullare il concorso.
Ancora prima era toccato al concorso in magistratura tenuto a Rho.
Poi è stato il turno del Consiglio di Stato, con il “caso Giovagnoli”.
Ieri anche l’Avvocatura dello Stato ha dovuto fare i conti con le proteste dei candidati: durante le prove scritte tenute all’Hotel Ergife di Roma molti candidati hanno reagito contro le irregolarità che affermano si stessero compiendo e hanno iniziato a intonare l’inno di Mameli. La commissione di concorso è stata costretta a sospendere le prove di esame.
Senza entrare nel merito del concorso di ieri, di cui sconosco i dettagli, credo che ci sia in tutto questo un aspetto estremamente positivo: un segno, finalmente, della reazione delle nuove generazioni alle notorie irregolarità che ormai affliggono i concorsi pubblici italiani, togliendo speranza, futuro, lavoro a chi lo merita e premiando baronismo e nepotismo. Generazioni che lottano per il proprio futuro, avendo ereditato decenni di malcostume e crisi morale da combattere. A loro va tutto il mio sostegno, la mia stima e il mio appoggio.
E allora una domanda. Monti avrà la forza e la volontà di prendere posizione sul grave problema dei concorsi pubblici, magari prendendo spunto proprio dal concorso per l’Avvocatura dello Stato, che è un’amministrazione incardinata nella Presidenza del Consiglio dei Ministri?
Quando reagirà il Governo Monti contro quanto accade, spudoratamente, nelle università?
Quando provvederà il Presidente del Consiglio Mario Monti sul concorso divenuto ormai un simbolo, il c.d. caso Giovagnoli – il quale è il più giovane magistrato del supremo organo della Giustizia Amministrativa (cioè la magistratura deputata tra l’altro a verificare la regolarità dei concorsi pubblici) e che è stato peraltro difeso dall’ex sottosegretario Carlo Malinconico – per verificare finalmente se non avesse i titoli per partecipare al concorso per il Consiglio di Stato (e, prima ancora, al concorso per l’Avvocatura dello Stato) come messo in dubbio da alcuni degli stessi membri del “CSM” dei giudici amministrativi, che hanno formalmente sollevato la questione al Presidente del Consiglio dei Ministri sin dal 2008?