Se volete assistere al suicidio della politica, dovete venire qui. A Isernia. E conviene, perché l’aria è buona, il cibo ottimo, e le notizie non mancano. L’ultima ci racconta di un poderoso attacco a quello che da queste parti rimane della democrazia e della volontà popolare. Stracci. Perché il 6 e 7 maggio i 22.150 concittadini di Celestino V hanno regolarmente votato ed eletto un sindaco. Qui la vittoria per il centrodestra, alleato con Udc e centristi, compresa una rediviva Udeur, era certa. Anzi certissima. Non solo perché alle precedenti elezioni il partito di Berlusconi spianò tutti vincendo al primo turno col 69,1%, ma soprattutto perché Isernia è la roccaforte del Re del Molise, Michele Iorio, l’eterno governatore della minuscola regione.

UN UOMO subissato da inchieste, processi e da una sentenza del Tar che mette in discussione la sua elezione, ma che amministra il potere con logiche spietate. In tutti i gangli dell’amministrazione pubblica, dove ci sono prebende da distribuire e favori da elargire, c’è un figlio, una sorella, un parente, un affine. Una poderosa macchina del consenso. Ecco perché, nonostante i silenziosissimi mugugni dei suoi alleati, il governatore decide di candidare a sindaco la sorella Rosa, già assessore ai Lavori pubblici del Comune, e soprattutto dirigente del distretto sanitario della città. Rosa, Rosetta per gli amici, però non sfonda. Tracolla rispetto al suo predecessore e al primo turno si ferma al 45,79 per cento. A sfondare sono Pdl e soci che portano a casa 20 consiglieri su 32, la maggioranza. Insomma, il partito non ha votato per la sorella del governatore che è costretta ad un fastidioso ballottaggio con l’avvocato Ugo De Vivo, il candidato del centrosinistra che raccoglie il 30%. Al ballottaggio, se possibile, va peggio. Rosa continua a perdere voti, il suo avversario invece li guadagna. E finisce male. L’avocato De Vivo stravince al 57,37%. La sorella prediletta del governatore tracolla al 42,62. Uno schiaffo che Isernia assesta sulla guancia di Michele Iorio e del suo sistema di potere. Troppo per il Pdl e per il suo padrone. Ed è così che berlusconiani e soci centristi decidono di vendicarsi. Alla prima riunione del consiglio comunale 17 consiglieri si dimettono in massa. Il sindaco voluto dalla città rimane da solo, gli otto consiglieri eletti dal centrosinistra non sono sufficienti ad evitare lo scioglimento del Consiglio. Ad Isernia si voterà di nuovo. “Ha perso la democrazia, ancora una volta la volontà dei cittadini è stata mortificata dagli interessi di un sistema di potere familistico”. L’avvocato De Vivo allarga le braccia. “Li abbiamo battuti, ma sono ancora potenti. Eppure avevo fatto una giunta di tecnici (professori universitari ed esperti indipendenti dai partiti) per tamponare i disastri che hanno fatto in questi anni”. Il sindaco dimissionato a forza li elenca: lo sforamento del patto di stabilità di 4 milioni, il bilancio da approvare, una pianta organica con un solo dirigente. Rosa Iorio è soddisfatta, ma non è detto che tenterà di nuovo la conquista della fascia di sindaco. Perché l’illustre fratello non ha ancora digerito la sconfitta di maggio, e allora ha già deciso di cambiare cavallo e di puntare su un giovane professionista.

SUO FIGLIO Luca, medico chirurgo all’ospedale di Campobasso. Roba che solo nella Corea di Kim Il Sung. Ma neppure questa è una novità per il Molise e Isernia. Parliamo di sanità pubblica, settore che copre il 60% del Pil molisano e che dà lavoro al 6,4% degli occupati della regione, qui comandano i parenti di Iorio e affini. L’elenco è lungo: Rosa, la sorella del governatore, è direttrice del distretto sanitario di Isernia, Nicola, il fratello, è primario nel reparto di neurofisiopatologia, Sergio Tartaglione, marito di Rosetta, è primario di psichiatria, il cugino di Iorio, Vincenzo Bizzarro è stato direttore del distretto sanitario prima di diventare consigliere regionale, la moglie del cugino vice direttrice sanitaria. Ma non ditelo al governatore che monta su tutte le furie, perché lui ha messo nero su bianco che “detesto il familismo e non lo pratico”. E non fate cenno a queste brutte cose neppure alla sorella Rosetta, che vi assalirà con un sonoro “basta con i pregiudizi sulla nostra famiglia”. Vanno così le cose in quel pezzo di Corea del Nord che si chiama Isernia. Dove un sindaco che voleva rimettere in ordine la città va a casa dopo appena un mese perché non piace agli “Iorio’s”. I padroni del Molise.

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