Verifica e taglio. Il commissario Enrico Bondi propone una ”ricognizione” di tutte le scorte di polizia e carabinieri, in modo da arrivare a una drastica riduzione. C’è anche questa valutazione nella relazione presentata ieri sera dal tecnico chiamato per i tagli alla spesa dal governo di Mario Monti. Bondi ha inviato la proposta al comitato interministeriale guidato dal presidente del Consiglio. La mission è di recuperare dai tagli circa cinque miliardi di euro, ma di questa montagna di risparmi all’acquisto di beni e servizi che si ricaverebbero attuando le misure identificate da Bondi, quelli che deriverebbero dal taglio delle scorte non sarebbero moltissimi.
Tuttavia il Commissario, che all’epoca del risanamento di Parmalat girava su una Fiat Uno e alloggiava in una pensione a tre stelle, ha sottolineato che al di là dei milioni risparmiati si tratterebbe di una questione di etica pubblica. Infatti dai primi riscontri sembra che godono di una scorta anche personalità che non corrono alcun rischio per la propria sicurezza.
Nel nostro paese sono poco più di 550 le persone sottoposte a scorta o tutela. Ad esse sono dedicati oltre 2mila uomini delle forze dell’ordine e militari che quotidianamente si alternano nei servizi di protezione. I numeri aggiornati sugli scortati sono stati forniti nel corso della riunione del 17 maggio scorso del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduto al Viminale dal ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri. In quell’occasione c’è stata una revisione del quadro tutelati, all’indomani dell’attentato all’ad di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, rivendicato dagli anarchici e degli attentati alle sedi di Equitalia. Il ministro aveva confermato “l’esigenza di mantenere alto il livello di attenzione e di vigilanza, rafforzando i dispositivi di sicurezza nei confronti di obiettivi sensibili e di persone esposte a specifico rischio”. Le indicazioni sulle personalità da proteggere arrivano dalle prefetture sul territorio all’Ucis (Ufficio centrale interforze per la sicurezza personale) che dispone le misure di tutela. Queste ultime sono diverse a seconda del livello di protezione che richiede il personaggio da tutelare. Si va dal primo livello, indicato come “rischio imminente ed elevato”, che impiega fino a tre auto blindate e sei agenti, fino al quarto livello, di “basso rischio”, che prevede un’auto non blindata e un autista. Le scorte lievitano – secondo quanto lamentano sindacati di polizia – anche perché è difficile toglierle: ad esempio, a chi ha un incarico istituzionale viene assegnata la tutela; ma capita spesso che, una volta cessata dalla carica, la persona continui a godere della scorta.