Nel giorno in cui Mario Monti incontra il presidente francese Hollande e mentre i mercati continuano a risentire delle incertezze spagnole, Angela Merkel torna a parlare della stabilità dell’eurozona, che non può puntare tutto sulla capacità di ‘traino’ della Germania e a cui non possono servire “soluzioni facili” per uscire dalla crisi. E intanto dal bollettino di giugno della Banca centrale europea non arrivano buone notizie. Discorso simile per quanto riguarda l’asta dei Btp, con il Tesoro che ha sì venduto titoli con scadenza marzo 2015 per complessivi tre miliardi, ma con tassi ai massimi da dicembre. Nel pomeriggio, inoltre, il monito del Fondo Monetario Internazionale, che chiede misure subito.
FMI: “SERVE AZIONE AD AMPIO RAGGIO, E’ URGENTE”
Per la crisi del debito europea “c’è bisogno che venga presa un’azione ad ampio raggio. E’ urgente”. Parola del direttore delle relazioni esterne del Fondo Monetario Internazionale (Fmi), Gerry Rice, secondo cui “né la Spagna né Cipro hanno chiesto assistenza finanziaria al Fmi e non ci sono piani in questo senso”. Per Rice, inoltre, sarebbe “auspicabile” un rafforzamento degli strumenti per gestire la crisi Ue, mentre per quanto riguarda la Grecia è necessario ”compiere un passo alla volta, rispettare le elezioni e il processo democratico, poi il Fmi si impegnerà in contatti con il nuovo governo” greco.
IL BOLLETTINO DI GIUGNO DELLA BCE
In tal senso, il Consiglio direttivo della Banca “terrà sotto attenta osservazione i futuri andamenti e assicurerà la stabilità dei prezzi a medio termine nell’area dell’euro, intervenendo con fermezza e tempestività”. Non solo. I prestiti a famiglie e imprese dell’Eurozona sono rallentati con una crescita dello 0,8% in aprile contro l’1,2% di marzo. Secondo la Bce, inoltre, “è probabile che la domanda di credito risulti contenuta nel periodo a venire” e ricorda alle banche che è “essenziale che seguitino a rafforzare ulteriormente la propria capacità di tenuta”. Per quanto la crescita economica dell’Eurozona, invece, “resta debole” e soggetta a “maggiori rischi al ribasso”, in particolare un “ulteriore acuirsi delle tensioni in diversi mercati finanziari”. Nel bollettino di giugno, inoltre, la Bce parla di previsioni “ulteriormente peggiorate” per quanto riguarda mercato del lavoro e le sue previsioni.
ANGELA MERKEL: “UE NON SCELGA SOLUZIONI FACILI”
La strada per uscire dalla crisi è difficile e comporta misure pensanti e dolorose, ma non si possono scegliere “soluzioni facili”. Parola di Angela Merkel oggi al Bundestag tedesco in vista del G20. La Merkel, inoltre, ha invitato i leader europei a non “sovrastimare” la capacità della Germania di salvare l’euro, anche perché le opzioni a disposizione della Paese teutonico “non sono illimitate” e l’Europa, oltre a non scegliere soluzioni agevoli, deve puntare a costruire l’unione politica su “fondamenta solide“. Quello sul ruolo della Germania è il passaggio più lungo e accorato del suo intervento in Parlamento: “Tutti si aspettano dalla Germania la mossa decisiva, chiedono gli eurobond, un fondo di riscatto, altri miliardi – ha detto – Io dico, sì la Germania è forte, è un motore della crescita ed è un’ancora della stabilità in Europa. E mette a disposizione il suo benessere non solo per il popolo tedesco, ma per tutta l’Europa, perchè siamo convinti che l’Europa sia il nostro futuro e il nostro destino. E che se fallisce l’euro fallisce l’Europa”, ha ribadito.
La cancelliera ha poi sottolineato però che “la forza della Germania non è infinita, le nostre energie non illimitate”.La cancelliera ha anche sollecitato tutti i Paesi che non lo hanno ancora fatto a mettere in atto “la riforma delle quote del Fmi” perché quello del Fondo monetario internazionale è un ruolo “fondamentale” nel contrasto alla crisi dell’eurozona, con gli interventi nella Troika per Grecia, Irlanda e Portogallo e altri paesi come la Lettonia. Per Angela Merkel, quella che porterà l’eurozona fuoridalla crisi è una strada “difficile, dolorosa, lunga, una fatica di Ercole” ma qualsiasi scorciatoia “porterebbe nuovi problemi se non domani nel lungo periodo”. La cancelliera, inoltre, si è detta favorevole a “un più forte ruolo della Bce” sul controllo delle banche.
BORSE EUROPEE E ANDAMENTO SPREAD
Apertura in forte salita per lo spread fra Bund tedeschi e Btp italiani, che si ha superato quota 480 (toccati anche i 486 punti) dopo aver ‘esordito’ poco sopra i 470; il differenziale fra Btp e Bund poi è calato portandosi attorno ai 470 punti . Il valore attuale è di oltre dieci punti più alto rispetto alla chiusura di ieri e non solo ha riportato il rendimento dei nostri titoli al 6,28 per cento, ma ha lanciato un segnale preoccupante in vista dell’asta odierna di titoli a dieci anni. Sempre difficile, inoltre, l’andamento dei Bonos spagnoli con uno spread a 540 punti e un rendimento del 6,84 per cento.
Le borse europee chiudono contrastate in attesa delle elezioni in Grecia domenica. A Londra il Ftse 100 scende dello 0,31% a 5.467,05 punti. Milano positiva con il Ftse Mib che cresce dell’1,47% a 13.084,62 punti. Il Dax di Francoforte arretra dello 0,23% a 6.138,61, mentre il Cac 40 di Parigi segna +0,08% a 3.032,45 punti. Bene anche Madrid +1,22%. Vola Atene a +12,55%.
A metà mattinata, però, Piazza Affari ha conosciuto delle perdite all’indomani del downgrade della Spagna da parte di Moody’s. Il Ftse Mib ha perso fino l’1,12% a 12.750 punti, mentre l’All share ha ceduto l’1,13% a 13.704 punti. Male le banche con Nomura che ha tagliato i price target dei maggiori istituti di credito italiani: Intesa (-0,4% ), Unicredit (-0,7%), Mediobanca (-1,8%), Monte dei Paschi (-3,8%), quest’ultima sospesa piu’ volte in asta di volatilita’. Giu’ anche i titoli energetici: Eni (-1,1%), Green Power (-1%), A2a (-0,1%). Significative perdite anche per i titoli industriali: Impregilo (-2%), Finmeccanica (-2,2%), Buzzi (-1,8%).
L’ASTA DEI BTP: TUTTI I TITOLI PIAZZATI, MA INTERESSI ALLE STELLE
Balzo dei rendimenti nell’asta di Btpa 3 anni. Il Tesoro ha venduto titoli con scadenza marzo 2015 per complessivi tre miliardi, massimo ammontare prefissato, ma i tassi sono saliti al 5,30% dal 3,91% dell’analoga asta di maggio, segnando un massimo da dicembre. La domanda per il Btp triennale è stata pari a 1,59 volte l’importo offerto, in rialzo da 1,52 dell’asta precedente. Il Tesoro ha anche collocato 1,5 miliardi di euro di titoli non più in corso di emissione. Quelli con scadenza marzo 2020 offrono un rendimento del 6,13% mentre quelli con scadenza 2019 un tasso del 6,10%. Complessivamente Via XX Settembre ha collocato sul mercato titoli per 4,5 miliardi di euro, obiettivo massimo.
Dopo l’asta dei Btp a tre anni, però, Piazza Affari è rimasta poco mossa, con il Ftse Mib che perde lo 0,70%, in linea con le altre borse europee. Discorso simile per lo spread, sceso a quota 475 con rendimento del 6,2%.