Non ci sarà un’unica super perizia nelle inchieste delle due procure di Modena e Ferrara che indagano sulle morti causate dal sisma che ha colpito l’Emilia il 20 e il 29 maggio scorsi. Tuttavia le indagini saranno coordinate, ora è ufficiale, dalla procura generale di Bologna guidata da Emilio Ledonne. Questo è quanto trapela alla fine del vertice durato circa due ore oggi a Bologna, durante il quale gli inquirenti, arrivati dalle due province più colpite, hanno fatto il punto sul loro lavoro. “Abbiamo un piano abbastanza accelerato e credo che nel giro di 15 giorni potremmo fare un punto della situazione”, ha detto all’uscita dal vertice il procuratore capo modenese, Vito Zincani. “Non si può fare un’unica consulenza su tutto”, ha aggiunto, lasciando intendere che non si farà un’unica perizia per il lavoro di entrambe le procure e per tutti i capannoni coinvolti.
Nicola Proto, procuratore reggente di Ferrara ha invece spiegato che questi incontri bolognesi tra i magistrati proseguiranno. “Probabilmente continueremo a vederci. Il coordinamento rientra, secondo l’articolo 6 del decreto legislativo 106, nei poteri attribuiti al procuratore generale. Quelli cioè di coordinare il lavoro dei magistrati per garantire un’uniformità nella metodologia di indagine e anche tempi più veloci”. Il procuratore generale Ledonne in un comunicato ha spiegato che “sono state concordate linee d’azione delle attività investigative sui cui contenuti è indispensabile mantenere il doveroso riserbo”.
La procura di Modena intanto, dove finora si indagava sulla morte sotto i capannoni di 12 lavoratori, potrebbe presto lavorare anche sulle altre morti del 29 maggio (18 in tutto in provincia di Modena, 26 contando anche le vittime del 20 maggio nel Ferrarese, decedute per crolli di abitazioni, chiese, cadute di macerie dai palazzi. L’ultimo decesso è stato quello, quello di Martina Aldi, 38 anni, la donna di Finale Emilia incinta di qualche mese, che aveva avuto un malore dopo le forti scosse di terremoto e dopo avere perso il bambino e dopo giorni di coma è morta. Sul numero delle morti su cui si indaga Zincani non ha lasciato spazio a dubbi: “Sono in corso di aumento, sono arrivate altre notizie”.Intanto nei giorni scorsi prpr a Modena sono iniziate le autopsie.
E mentre Proto spiega che gli indagati dalla procura di Ferrara sono una ventina (e non una trentina come sembrava negli ultimi giorni), Zincani mantiene il riserbo su Modena, dove al momento non risultano iscritti al registro degli indagati. In entrambe le città si indaga a vario titolo per omicidio colposo.
Intanto, dai geologi arriva un mezzo plauso alla Regione per come ha gestito l’emergenza: “Le conoscenze che avevamo sull’Italia del Nord e in particolare sull’Emilia Romagna erano buone anche prima del terremoto di maggio e la mappa del 2004 attingeva largamente da queste conoscenze, quindi facendo delle predizioni che, per quanto mi riguarda, si sono avverate al 99%: sono convinto che la mappa non abbia assolutamente fallito”,ha detto ricercatore dell’Istituto nazionale di geologia e vulcanologia (Ingv), Gianluca Valensise, intervenuto oggi a Bologna alla conferenza stampa sulla Cartografia geologica nazionale.
“Il problema – ha continuato il geologo – è stata una questione di tempi e purtroppo l’Emilia Romagna è stata colpita a metà strada di un percorso virtuoso”. In seguito alle mappe Ingv, “la normativa ha aspettato troppo a uscire, è diventata legge nel 2006, nel 2007 è diventata obbligatoria la micro-zonazione, che è in corso in molti Comuni emiliano-romagnoli e il terremoto ha colto la regione a metà di questo percorso”.