Tempi duri per l’ex-leader nel settore dei telefoni cellulari: dopo un primo trimestre in perdita per quasi un miliardo di euro, Nokia si vede costretta ad avviare un drastico piano di riduzione dei costi. Nel comunicato, l’amministratore delegato Stephen Elop annuncia tagli per 10.000 posti di lavoro, numerosi cambi ai vertici dell’azienda e la vendita della divisione di telefoni cellulari di lusso Vertu al private equity Eqt Partners. La ristrutturazione comporterà la chiusura dello stabilimento tedesco di Ulm e di quello di Burnaby in Canada entro la fine del 2013. Il “consolidamento” annunciato comporterà anche la chiusura della fabbrica finlandese di Salo.

Con i nuovi tagli, il bilancio complessivo da quando Elop ha preso in mano le redini dell’azienda nel 2010 è di 40.000 lavoratori in meno. I guai di Nokia sono cominciati con il boom degli smartphone basati su sistemi “evoluti” come iOS di Apple e Google Android, che hanno surclassato i terminali della casa finlandese basati sul vecchio Symbian. Un terremoto al quale Nokia ha risposto (in ritardo) con una partnership “forte” con Microsoft, diventando il maggiore produttore di Windows Phone con la sua serie Lumia. Una mossa che però non ha portato grandi risultati nel breve termine: secondo una ricerca di IDC pubblicata nei giorni scorsi, i terminali basati su sistemi Microsoft (sia con il nuovo Windows Phone che con il vecchio Windows Mobile) al momento coprono un risicato 5,2% del mercato, contro il 20,5% di Apple e il 61% di Android. La stessa ricerca indica però che le cose dovrebbero cambiare: secondo le analisi IDC, i prodotti Windows Phone (e quindi i telefoni Nokia) dovrebbero guadagnare grandi fette di mercato nei prossimi anni, arrivando al 19.2% nel 2016. Quale sia l’attendibilità della stima è difficile a dirsi, visto che nel settore tecnologico un periodo di 4 anni corrisponde a un’era geologica. Di certo, per il momento, è che nei primi 3 mesi del 2012 le vendite dei cellulari Nokia sono calate del 29%. Le difficoltà del colosso finlandese sono evidenti anche sotto il profilo finanziario: il titolo Nokia ha perso il 49% negli ultimi 12 mesi e ad aprile le agenzie di rating hanno declassato la società a BB+, ovvero a “spazzatura”.

Con il comunicato di oggi Nokia finisce a fare compagnia all’eterna rivale RIM, produttrice dei terminali Blackberry, uscita anch’essa con le ossa rotte dal confronto con i nuovi prodotti di Apple e Samsung. Proprio la società coreana finisce per avvantaggiarsi della crisi di Nokia, strappandole lo scettro di maggior produttore di telefoni cellulari al mondo. Nei giorni scorsi erano circolate addirittura indiscrezioni riguardanti un possibile acquisto di Nokia da parte di Samsung per 15 miliardi, voci smentite prontamente da un portavoce dell’azienda. Nell’attuale situazione riprende quota l’ipotesi che a tentare l’acquisizione della casa finlandese possa essere addirittura la stessa Microsoft. Secondo quanto riportato da The Register, si tratterebbe di un’operazione obbligata: la società di Steve Ballmer sarebbe infatti preoccupata dall’ipotesi di un fallimento di Nokia e dalle ripercussioni che un simile evento potrebbe avere sui suoi piani per la diffusione di Windows Phone.

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