Le riduzioni di spesa toccheranno, in maniera proporzionale, i vari dicasteri che decideranno poi come spalmare le riduzioni. Una parte dei risparmi, quelli relativi al 2012, dovrebbe essere anticipata nel decreto legge da varare entro fine mese, mentre gli interventi sul 2013 e il 2014 dovrebbero arrivare insieme alla Legge di stabilità
Trenta miliardi nel triennio 2012-14 da ottenere con tagli ai ministeri. E’ questo uno degli obiettivi ai quali sta lavorando il governo nell’ambito della manutenzione dei conti. Una parte di questi interventi potrebbe essere anticipata nel prossimo decreto legge sulla spending review. I tagli toccheranno, in maniera proporzionale in base ai budget, i vari dicasteri che decideranno poi autonomamente, secondo quanto si apprende da fonti governative, come spalmare le riduzioni di spesa tra i vari capitoli dei loro bilanci. Una parte dei risparmi, quelli relativi al 2012, dovrebbe essere anticipata nel decreto legge “spending review” da varare entro fine mese, mentre gli interventi sul 2013 e il 2014 dovrebbero arrivare insieme alla Legge di stabilità in autunno.
Intanto oggi il ministro per i Rapporti con il Parlamento Piero Giarda ha fatto sapere di aver rivisto al rialzo le risorse che deriveranno dalla spending review ad opera di Enrico Bondi, il commissario nominato dal presidente del Consiglio Mario Monti per i tagli alla spesa, per il 2012: si passa dai 4,2 miliardi ipotizzati fino a ieri ai 5 di oggi. Domani il Consiglio dei Ministri che si riunirà per discutere dell’atteso decreto “sviluppo” discuterà l’ipotesi di varare un’ulteriore decreto per formalizzare la cifra dei 5 miliardi. Giarda spiega ai giornalisti che i maggiori tagli serviranno: “per aumentare i fondi destinati alle aree terremotate”. Il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo assicura che la revisione della spesa pubblica “non verrà toccato il core business della scuola. Sarà piuttosto un’occasione per fare una fotografia dell’organizzazione, per migliorarla, con tutto vantaggio degli studenti”.
Per quanto riguarda il decreto sviluppo il ministro Corrado Passera spiega che la dismissione dei beni dello stato è una delle tre leve sulle quali il governo intende agire per rilanciare l’econmia del paese. Le altre due, che dovranno essere applicate in parallelo alla dismissione delle proprietà pubbliche, spiega Passera, sono la spending review e la lotta all’evasione fiscale. Con queste prospettive fatte di “soli tagli” secondo la segretaria della Cgil Susanna Camusso, il sindacato avverte: “Solo con il rigore questo Paese si avvita e la situazione peggiora”.