C’è l’assessore all’ambiente delle Provincia di Bologna che spiega come Hera non sia un ente pubblico, ma a tutti gli effetti un’azienda privata. E c’è pure l’assessore al bilancio di Ferrara che critica il suo partito, il Pd, per aver appoggiato il referendum. “Avevo detto di non farlo, mi è stato risposto che le mie erano argomentazioni tecniche troppo complesse. Oggi i comitati stanno chiedendo conto di quell’appoggio”. E ancora: c’è Stefano Aldrovandi, ex amministratore delegato di Hera, che spiega il perché della quotazione di borsa della società, spa che gestisce in Emilia e non solo acqua, gas, energia elettrica e rifiuti. “Mi fu detto di fare bene, e questo comprendeva portare soldi al Comune di Bologna. Già allora c’erano una serie di progetti, tra cui la metropolitana. E per fare queste cose serviva del denaro”.

Come sia andata a finire il progetto della metropolitana bolognese lo sanno tutti: perso tra le nebbie. Cosa sia successo dal giorno del voto referendario ad oggi cerca invece di spiegarlo una video inchiesta: “La democrazia imperfetta. Votare per l’acqua pubblica e vedere che nulla cambia”. Venticinque minuti che raccontano cosa sia cambiato dal 13 giugno 2011 a oggi. Da quando cioè 27 milioni di italiani votarono sì ai due referendum sull’acqua, e i comitati per l’acqua bene comune festeggiarono “l’acqua pubblica” in piazza assieme alle istituzioni. Sotto le Due Torri nella centralissima piazza Nettuno si presentarono il governatore della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani, il segretario del Pd bolognese Raffaele Donini e il sindaco di Bologna Virginio Merola.

Tutti, politici e comitati referendari, festeggiarono assieme. Poi arrivarono le monetine contro gli aumenti delle tariffe dell’acqua e una serie di iniziative che continuano tutt’ora con la campagna di autoriduzione delle bollette. “La democrazia imperfetta”, documentario finanziato attraverso il sito pubblicobene.it, racconta gli ultimi mesi della battaglia tra comitati referendari e istituzioni bolognesi. Una battaglia che pare destinata a continuare, visto l’intenzione di Hera di fondersi con la veneta Acegas-Aps. “Ci aspettavamo la ripubblicizzazione dell’acqua – spiega Andrea Caselli del comitato bolognese Acqua Bene Comune – invece tutto sta andando nella direzione opposta”. 

Protagonista del documentario anche il Partito democratico, arrivato compatto alla festa per la vittoria referendaria di un anno fa, ma sul merito diviso al proprio interno tra posizioni differenti. Tra chi cioè ha da subito detto “no” a togliere i profitti dall’acqua, e chi invece ha appoggiato la battaglia referendaria con convinzione. “C’è contraddizione tra la base del partito che ha sentito il referendum come un momento importante e i vertici democratici che non hanno capito l’importanza della sfida”, spiega nella video inchiesta il consigliere regionale Pd Thomas Casadei. Sullo sfondo la rete idrica di Hera e le accuse dei sindacati, Cgil in testa. “Per risparmiare si interviene sulla rete quando ci sono i guasti e non prima con la manutenzione programmata – spiega il sindacalista Vittorio Rubini, rsu della Filctem-Cgil. “La rete idrica di oggi – conclude Rubini – è in uno stato peggiore di quella di 20 anni fa”.

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