Da quest'anno il ‘plico telematico’ sostituirà le buste portate in ogni scuola d’Italia dai carabinieri. Pessina, preside del Berchet a Milano: “Se succederà qualcosa sarà con la seconda prova”. Severo il contrasto agli strumenti tecnologici in mano agli studenti
Studenti in ansia per ripasso e toto tema. Professori preoccupati per il debutto delle tracce online. Perché la principale novità della maturità 2012 è il ‘plico telematico’, che sostituirà le buste fino all’anno scorso portate in ogni scuola d’Italia dai carabinieri. La mattina dell’esame le commissioni si cimenteranno in un download che nelle intenzioni del ministero è a prova di hacker, grazie a una procedura criptata a doppia chiave. Le simulazioni delle scorse settimane sono andate bene e i problemi rilevati sono stati pochissimi.
“Ma in quei giorni non c’era nessuno studente intenzionato a craccare il sistema”, avverte Innocente Pessina, preside del liceo classico Berchet di Milano. La novità voluta dal ministro dell’Istruzione Francesco Profumo dovrebbe portare risparmio di tempo e denaro. In ogni istituto è stato scelto un referente con un minimo di competenze informatiche a cui è stata affidata una password. Con questo codice, il docente ne scaricherà un secondo messo online poco prima dell’esame e consegnerà entrambe le chiavi digitali al presidente della commissione. Solo allora verrà dato il via alla stampa delle tracce. Questo nelle scuole, mentre a Roma, nella sede del ministero in viale Trastevere, la sicurezza è affidata a un computer cassaforte che contiene, oltre alla seconda password, i titoli del tema di italiano, la versione di greco, i problemi di matematica e tutte le altre tracce della seconda prova. Un cervellone in una stanza-bunker a cui da una settimana hanno accesso solo otto esperti. Stratagemmi che non tranquillizzano del tutto Pessina: “Che la Rete sia sicura non lo possono dire nemmeno la Nasa e il Pentagono”, commenta il preside e fa notare come le banche, per proteggere i conti online, si siano dotate di un sistema più complesso che alle tradizionali password aggiunge una chiavetta e un codice trasmesso via sms. “Se succederà qualcosa, succederà con la seconda prova – dice – dopo che il primo giorno qualche hacker avrà avuto modo di vedere come funziona il meccanismo”.
Oltre al rischio pirati informatici, c’è poi quello che si inceppi il download. Ma in questo caso il ministero ha previsto un piano B: un plico telematico di riserva è custodito negli uffici scolastici regionali, pronto a essere trasmesso agli istituti in difficoltà. Un’eventualità che secondo Pina Parente, vice preside del liceo classico Mamiani di Roma non dovrebbe verificarsi, visto che la procedura di download non appare particolarmente complicata. Parente non è nemmeno troppo preoccupata del pericolo hacker. Anche il vecchio metodo, con le tracce inviate dal ministero agli uffici scolastici territoriali e poi consegnate ai carabinieri, poteva essere attaccato in ogni momento: “Eppure qui da noi le buste sono arrivate sempre integre”. Se da un lato il 20 giugno avrà inizio la prima maturità informatizzata, dall’altro il contrasto degli strumenti tecnologici in mano agli studenti sarà severo. I presidenti di commissione – si legge nell’ordinanza ministeriale dello scorso 11 maggio – dovranno infatti adottare tutte “le precauzioni necessarie per evitare fughe di notizie relative ai contenuti delle prove scritte d’esame e per impedire ai candidati di comunicare con l’esterno”. Gli studenti non potranno avere con sé “telefoni cellulari di qualsiasi tipo (comprese le apparecchiature in grado di inviare fotografie e immagini), nonché dispositivi a luce infrarossa o ultravioletta di ogni genere”. Tolleranza zero, quindi, pena la bocciatura.
Stretta su iPhone e smartphone. E stretta sulla lode, visto che quest’anno sarà quasi impossibile prenderla. Per aggiudicarsela è necessario presentarsi con la media del 9 in ognuno degli ultimi tre anni, senza aver mai preso un voto in pagella sotto l’8. E alla maturità il 100 va raggiunto senza i punti bonus a disposizione della commissione. “Durante gli scrutini – spiega Pessina – ci siamo accorti che diversi studenti eccellenti, da 9 o da 10, non potranno puntare alla lode magari perché due anni fa hanno ricevuto un 7 in una materia meno importante”. Brutte notizie anche per chi, nonostante tutto, dovesse farcela. Il premio per la lode, un tempo di 1.000 euro, ormai è sceso a 650.
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