Ieri davanti al municipio e oggi (tutti nudi) in spiaggia, l'associazione regionale dei naturisti ha chiesto al Comune di allentare la repressione a suon di multe attuata sui bagnanti della Bassona. Ma il sindaco Matteucci precisa: "Applichiamo la legge regionale condivisa anche da chi protesta. Attendiamo che i privati investano in un nuovo spazio ad hoc"
“E’ stato un presidio di protesta contro la repressione ad opera della Forestale e contro il disinteresse delle istituzioni locali’’, ha spiegato il presidente Aner, l’avvocato penalista bolognese Jean Pascal Marcacci, “Oggi invece si è trattato di una catena umana di naturisti, naturalmente nudi. Ci siamo tenuti per mano per rivendicare la libera fruibilità della nostra storica spiaggia naturista’’.
Una storia, quella della Bassona, che va precisata nei particolari, per comprendere meglio l’attuale regime di contravvenzione che si è inasprito nonostante la spiaggia venga attualmente frequentata da naturisti e nudisti. Perché Bassona significa anche un giro d’affari di decine di milioni di euro a stagione, per 15 mila turisti del naturismo provenienti da tutta Italia, Germania, Olanda e Francia. Ma anche l’esigenza di far rispettare una legge regionale, di cui è incaricato Giovanni Nobili, comandante del Corpo Forestale di Punta Marina.
Bassona: vent’anni di polemiche. Lido di Dante è il più piccolo e tranquillo dei lidi ravennati. Si raggiunge dalla strada statale Adriatica, in corrispondenza degli scavi archeologici del porto di Classe. I tre chilometri di spiaggia della Bassona, alla foce del Bevano, sono stati inseriti da Legambiente fra le 11 spiagge più belle d’Italia. Tre sentieri delimitati in mezzo a dune di sabbia naturali, che è vietato calpestare, consentono l’accesso a una lingua di spiaggia di circa 1,5 km ancora selvaggia, in cui il naturismo si pratica da più di 20 anni.
Passeggiare in spiaggia senza veli, alla Bassona, è concesso dal 2002. L’allora sindaco di Ravenna, Vidmer Mercatali, riconobbe ufficialmente il sito come “area riservata alla pratica del naturismo”. Da allora, assieme all’oasi laziale di Capocotta, la spiaggia romagnola è indicata nelle guide di tutta Europa come luogo “Fkk” (Freikörperkultur ovvero per la “cultura del corpo libero”).
Dal 2005 la spiaggia è stata data in concessione all’associazione naturista Aner, che tutela la tranquillità di quanti amano la tintarella integrale. L’ordinanza 679/2005 del Comune di Ravenna è stata recepita l’anno seguente dalla legge regionale 31/7/2006 n.16 “Valorizzazione del turismo naturista”.
La stessa legge, a lungo caldeggiata dai naturisti, ha avuto un insperato effetto boomerang, poiché stabilisce, all’articolo 3 comma 2, che “nelle aree pubbliche destinate al naturismo dovranno essere costruite semplici infrastrutture destinate a servizi” e che “le aree dovranno essere recintate” (articolo 5 comma 1). Su queste due prescrizioni è basata l’azione di contrasto della Forestale che deve garantire il divieto di costruire qualsiasi manufatto, come appunto i bagni o le recinzioni, visto che la Bassona è un’oasi protetta.
La ricezione della normativa ha fatto sì che i controlli del Corpo forestale consentano il passaggio ma non la sosta. Guai dunque a stendere il telo sulla sabbia dopo un bagno rinfrescante: si rischia una contravvenzione di 50 euro.
Il sindaco di Ravenna: “Viene applicata la legge regionale”. Ma alla protesta non si è fatta attendere la risposta del sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci che ricorda in una nota come “da tre anni il Comune attende proposte per una nuova area naturista. La Legge Regionale che definisce le regole per la possibile istituzione di aree naturiste prevede che queste aree siano dotate di adeguati servizi” spiega il sindaco, precisando che questa “è una scelta giusta, che condividiamo, e che è stata voluta e ispirata dall’Aner, la stessa associazione che ha promosso il presidio di sabato in piazza del Popolo e la manifestazione di domenica”.
“E’ del tutto evidente che i servizi necessari non possono essere allestiti nell’area di straordinario pregio naturalistico a sud di Lido di Dante” continua Matteucci, assicurando che il Comune “è ben disponibile a gestire la nuova situazione che si è determinata dopo l’approvazione della Legge regionale fortemente voluta da chi oggi manifesta”, tanto che, ricorda, “la nostra è una disponibilità concreta e da anni è contenuta nel piano dell’arenile”.
“Senza necessità di una variante, dunque in tempi brevi, nel piano dell’arenile è scritto in modo chiarissimo che il Comune è disponibile ad individuare un’ area che abbia le caratteristiche di sostenibilità e compatibilità” ribadisce il primo cittadino, sottolineando però che “l’attuale area di ritrovo dei naturisti e tutta la zona a sud di Lido di Dante non ha con tutta evidenza queste caratteristiche, ed è incompatibile con le previsioni della Legge regionale”.
Intanto, il piano dell’arenile che consente l’individuazione di un’altra area è stato approvato nel 2009, ma “in questi 3 anni nessun privato, compresa l’associazione che oggi manifesta, si è fatta avanti” rimarca il sindaco, precisando che “il Comune ha già fatto ciò che poteva e doveva fare. Adesso tocca ai privati che vogliono una concessione per realizzare un’area naturista, Aner compresa. Il Comune, da tre anni, è pronto al confronto”.
di Enrico Bandini e Davide Turrini