E’ passato un anno dal 14 giugno 2011, da quando un centinaio di lavoratori dello spettacolo hanno occupato il teatro Valle di Roma. Volevano impedire la privatizzazione di uno spazio culturale importante per la cittadinanza, dopo la soppressione dell’Eti, dell’ente teatrale italiano. Pubblico versus privato. Quella lotta si è trasformata in altro, nella difesa dei beni comuni. E il teatro in un laboratorio per costruire una nuova democrazia basata sulla partecipazione attiva dei cittadini. Il futuro del Valle è una fondazione che nasce dal basso, dove una testa vale un voto, una forma giuridica non è prevista nel nostro ordinamento, su cui stanno lavorando esperti come Stefano Rodotà e Salvatore Settis. “Entrate nella storia di questo posto” afferma un occupante del Valle. I lavoratori dello spettacolo dovranno raccogliere 250mila euro, adesso sono a quota 120mila. Dal palco Rocco Papaleo e Fabrizio Gifuni lanciano la sfida, prima del loro spettacolo “1 a 1 Valle al centro”. “Raggiungiamo il risultato prima della fine degli Europei, così noi non metteremo più la faccia” di Irene Buscemi