Uno spiraglio sui conti, un accordo su una specie di sub-commissario all’Expo con deleghe spacchettate e la parola di premier sulle reali intenzioni del governo nel  sostenere l’Expo e il suo faticoso percorso. Dopo le tensioni che hanno portato Giuliano Pisapia a riconsegnare nelle mani dell’esecutivo i poteri straordinari, oggi tra sindaco e il premier Mario Monti è arrivata la schiarita e qualche concessione. Non molto per la verità, ma qualcosa.

L’incontro chiarificatore è avvenuto a margine dell’inaugurazione a Milano del Vodafone Village, zona Lorenteggio, ma un primo abboccamento tra i due era avvenuto ieri. Il colloquio privato è stato poi posticipato a oggi per consentire un confronto nel merito della vicenda e qualche chance in più di ricomporre il clamoroso strappo di lunedì, quando Pisapia aveva rimesso il proprio mandato nelle mani del presidente del consiglio. Per ora, in concreto, filtra solo la decisione da parte del sindaco di riprendersi le deleghe che aveva messo sul tavolo per rivendicare l’attenzione del governo venuta meno.

“Incontro positivo ma non risolutivo, interlocutorio”, dirà Piasapia. “Monti ha assicurato che al commissario straordinario di Expo verranno restituiti i poteri previsti e che potrà affidare deleghe a persone di sua fiducia”. E’ un deciso cambio di rotta rispetto a quanto chiesto solo cinque giorni fa, quando Pisapia insieme al ripristino dei poteri, ha chiesto che fosse il governo a metterci la faccia, magari con un ministro che assumesse una specifica delega per l’Expo. Si era fatto il nome di Corrado Passera e si erano levate polemiche di fronte a una scelta che sembrava una ritirata di Pisapia. 

I poteri dunque sono confermati alla sua persona ma insieme ad essi arriva l’ok a trasferirli a persone di fiducia che potranno mandare avanti i singoli pezzi del complicato puzzle che porterà al 2015 tra opere, organizzazione, gestione delle risorse e così via. Del resto Pisapia aveva detto chiaramente che “io faccio il sindaco, e non c’è scritto da nessuna parte che debba fare anche il commissario straordinario”. Ancora nulla si sa dei candidati a ricevere quelle deleghe, anche se sembra improbabile possano essere membri della giunta milanese. Forse toccherà ai professori. In ogni caso resta aggrovigliato uno dei nodi essenziali della questione: la deroga al patto di stabilità che vincola il finanziamento degli investimenti da parte del Comune. Pisapia da sempre chiede di sollevare Milano da questa tetto e rimuovere questa pietra sulla strada dell’Expo. Monti già in passato aveva fatto orecchie da mercante così come il governo Berlusconi. Ieri il primo cittadino è tornato alla carica ma a casa ha portato solo un cenno indecifrabile. “Rimane il mio auspicio – afferma il sindaco – che si possa riflettere sulla possibilità che venga concessa una deroga per il 2013 al patto di stabilità per le spese riguardanti l’esposizione universale milanese del 2015”. 

Sul divorzio ricomposto, col sindaco che torna al suo ruolo e il governo che non ritira il suo sostegno, è intervenuto anche il presidente della Lombardia Roberto Formigoni. Che ha ovviamente tirato un sospiro di sollievo visto l’alto rischio di restare col cerino in mano mentre il buio cala sull’Expo. “Il presidente Monti ha confermato le posizioni note: il governo continuerà a sostenere Expo con il massimo impegno, come del resto è stato finora, e a garantire tutti gli impegni economici, come aveva sempre detto”, ha riferito Formigoni. “Per ora non c’è spazio per una deroga al patto di stabilità e – ha spiegato il governatore lombardo – i due commissari (lui e Pisapia, ndr) rimangono al loro posto. È confermata la possibilità per i commissari di nominare un proprio sub-commissario di propria scelta, potere del quale io mi sono già avvalso nominando da tempo come sub-commissario il sottosegretario con delega all’Expo, ingegner Paolo Alli». Ora si aspetta di sapere il nome del sub-commissario facente funzione del commissario-dimissionario durato cinque giorni.

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