Non è passata inosservata la notizia riguardo alla nuova nomina a direttore generale dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Come riportato anche dal Fatto, si tratta di Massimo Ghilardi, laureato in Scienze Motorie e già ribattezzato dalla stampa “il professore di ginnastica”.
A leggere il curriculum del dott. Ghilardi, non si riscontrano significative esperienze in campo geologico e geofisico. Anzi, nella sua carriera, da promotore finanziario a dirigente del Miur, risalta un misterioso “buco” tra il 1992 e il 2009 in cui non sono chiari i ruoli ricoperti.
Insomma tale nomina pare seguire più i misteriosi criteri “creativi” della precedente amministrazione, che quelli che dovrebbe adottare un cosiddetto governo tecnico.
Eppure l’INGV meriterebbe una più alta considerazione presso le nostre istituzioni, che qualche anno fa hanno meditato persino di includerlo tra gli “enti inutili” in occasione di una delle solite tornate di tagli. L’INGV è il 3° ente di ricerca geofisico a livello mondiale, per numero di scienziati e di pubblicazioni, e vanta una tradizione ultracentenaria nello studio dei vulcani; ma non è solo un coacervo di illustri ricercatori: è anche un centro operativo efficientissimo che collabora strettamente con la Protezione Civile durante le numerose catastrofi che colpiscono il nostro disastrato territorio.
“Possibile che non l’abbiano ancora capito? Possibile che non ci si accorga della fondamentale importanza dell’INGV”: è una raffica di disperate domande la reazione di un autorevole addetto ai lavori a cui ho chiesto lumi. Il mio interlocutore, importante personalità del settore (che vuole restare anonimo ndr), mi ricorda che l’INGV, prima ING, è stato fondato da Guglielmo Marconi ed è stato diretto per 30 anni da Enzo Boschi, geofisico di fama mondiale. In seguito, un vuoto di potere gestionale ha condotto alle vicende degli ultimi giorni.
“Ma quali sono le motivazioni possibili per una nomina così insolita?”, chiedo.
“E’ possibile, come si vocifera, che lo volessero trasferire” è la risposta. “Oppure un nome fatto senza pensare, il che è davvero incredibile e persino offensivo per l’INGV.”
Oppure ancora, il mio interlocutore mi offre un’ipotesi assai più affascinante. Considerato che l’INGV aggiorna le mappe di pericolosità del territorio nazionale (è su quella base che si salva la vita delle persone), e che si sta discutendo di introdurre l’assicurazione obbligatoria contro le calamità naturali, è plausibile che si desideri d’ora in poi poter “controllare strettamente l’ente preposto a decidere i livelli di pericolosità sismica in Italia nei futuri aggiornamenti delle mappe”.
Continua poi il mio interlocutore: “Piccole variazioni della classificazione sismica e dell’accelerazione sismica al suolo per una zona possono significare variazioni notevoli nei volumi di soldi in gioco. Non solo per i fabbricati civili ovviamente, ma anche industrie, uffici, centrali, infrastrutture, ecc.”
E’ evidente che l’ingresso delle assicurazioni in questo settore comporterà la nascita di enormi interessi economici, che qualcuno si preoccupa di non consegnare alle decisioni di scrupolosi scienziati. Un personaggio com’era Boschi, ad esempio, non avrebbe mai permesso che tali interessi esterni mettessero becco nel lavoro e negli studi dell’INGV, magari per “aggiustarli” a loro convenienza.
Riuscirà il dott.Ghilardi ad opporsi a tali possibili pressioni? Le domande continuano. Ma resta una fondamentale consapevolezza: l’INGV e i suoi ricercatori hanno gli anticorpi necessari per resistere. Ci auguriamo che vi riescano, visto che la sicurezza dell’intera popolazione è anche nelle loro mani.