L’Italia è di nuovo in crisi. Sentenza del premier Mario Monti, che sulla situazione economica dice: “Il Paese si è spostato dall’orlo del precipizio, ma il cratere si è allargato”. Una crisi contro cui il governo ha appena messo in campo le misure della fase due. Ma “prendere provvedimenti per la crescita – ammette il presidente del Consiglio – è un percorso lungo e faticoso”.
Nella sua due giorni a Milano, Monti torna sul tema della crisi e del decreto sviluppo varato venerdì scorso: “Ho visto commenti piuttosto positivi sui giornali sui provvedimenti presi ieri, ma si dice che il governo ha cambiato agenda, con una fase due che coltiva finalmente la crescita. Non voglio deludere, siamo verso la crescita ma non c’è stato un cambio di agenda: siamo in assoluta continuità perché anche finora abbiamo lavorato per la crescita”. Il premier, che ha partecipato all’inaugurazione del Vodafone village di via Lorenteggio, ha poi spiegato: “È lavorare per la crescita quando prima di tutto si vuole mettere in sicurezza il Paese durante una bufera internazionale. Non a caso negli iniziali provvedimenti fiscali molto duri e ruvidi e sgradevoli, si è voluto anche tutelare il più possibile il reddito dei lavorati e delle imprese colpendo il patrimonio”.
Dal palco aziendale il premier ha quindi toccato il tema delle semplificazioni che, a suo dire, hanno costellato l’agenda del governo e continueranno. “Ieri abbiamo voluto concentraci in linea di continuità, non c’è stato alcun cambio di passo o di direzione, ma è un provvedimento più esplicitamente dedicato alla crescita – ha puntualizzato – con politiche di dismissione di elementi del patrimonio pubblico”. Monti ha voluto precisare che le dismissioni non si sono potute attuare subito, in quanto sarebbe stato un messaggio sbagliato verso i mercati e le comunità internazionali: “Il Paese era atteso a un momento di prova, doveva mostrare la volontà di mutare durevolmente i flussi correnti sottoponendosi a sacrifici temporanei, che dessero il senso di un cambio di costume sociale. Ad esempio aumentando la lotta all’evasione fiscale”.
Il presidente ha anche commentato la situazione odierna, dipingendo una metafora poco rassicurante: “Non respiriamo meglio, ci siamo allontanati dall’orlo del precipizio ma il cratere del precipizio si sta allargando e ci sta rincorrendo. Non voglio togliere speranze ma neanche dare illusioni, con questo provvedimento per la crescita, supponendo che sia quello giusto, siamo comunque su un percorso lungo e faticoso, spero vedremo presto alcuni effetti ma non in uno o tre mesi”.
Il battesimo della sede della Vodafone è stato anche l’occasione per parlare di Expo 2015, visto che a margine si è tenuta una riunione tra Monti, il sindaco di Milano Giuliano Pisapia e il presidente della regione Lombardia Roberto Formigoni. “Un incontro positivo ma non risolutivo”, è stato l’unico commento del premier. Il primo a lasciare la riunione, organizzata dopo le polemiche dimissioni di Pisapia da commissario straordinario dell’evento, è stato il governatore lombardo, l’unico a rilasciare una breve dichiarazione, annunciando una probabile nota della presidenza del consiglio dei ministri per il pomeriggio di oggi. Il sindaco Pisapia e il premier Monti si sono allontanati uscendo da un ingresso secondario, sfuggendo così ai giornalisti.