Diverse esplosioni nella parte settentrionale del paese. Nel mirino i fedeli cristiani. Gli ordigni sono deflagrati nelle città di Kaduna e di Zaria. Colpiti cinque luoghi di culto come rappresaglia degli islamisti, “perché agenti della sicurezza nigeriana hanno recentemente arrestato le nostre spose e i nostri figli”
Boko Haram, gruppo terroristico islamista nigeriano, ha rivendicato gli attentati di ieri a 5 chiese nel nord della Nigeria. In un comunicato spiegano che le bombe sono state la risposta alla morte di musulmani e alla profanazione di luoghi di preghiera nello stato di Kaduma, “trasformati in pub e in bordelli”. Il gruppo annuncia che gli attacchi contro donne e bambini cristiani proseguiranno “perché agenti della sicurezza nigeriana hanno recentemente arrestato le nostre spose e i nostri figli”. Ieri diverse esplosioni hanno insanguinato il paese e nel mirino degli attentatori ci sono nuovamente le chiese cristiane. Le bombe sono esplose, secondo quanto riferito dal Centro emergenze nigeriano, nello stato settentrionale di Kaduna nelle città di Zaria e nella capitale che prende il nome dello stato. La zona è stata colpita di recente da azioni del gruppo radicale islamista Boko Haram, considerato responsabile di numerosi altri attentati. Fonti locali parlano di almeno tre ordigni, uno per chiesa, che hanno provocato il ferimento di decine di persone e la morte di 23 persone. Poi arriva un ulteriore aggiornamento: altre due chiese, dopo le tre già colpite in precedenza, sono state attaccate, sempre nella parte settentrionale della Nigeria. Le altre due chiese “si trovano a Nassarawa e Barnawa a sud di Kaduna”, ha riferito il portavoce per l’agenzia per le Emergenze nazionali, Aliyu Mohammed.
Gli attentati sono avvenuti a distanza di poche ore l’uno dall’altro. Colpite la cattedrale cattolica del Cristo Re, la chiesa evangelica della Buona Novella e altri luoghi di culto. Il reverendo Nathan Waziri racconta la dinamica del duplice attentato a Zaria: “Un kamikaze a bordo di una Honda imbottita di esplosivo si è schiantato contro la chiesa scatenando un incendio e danneggiando gravemente l’edificio. Qui sono morte tre persone. Altre, ferite, sono state ricoverate in ospedale. Poco dopo miliziani hanno lanciato granate contro un’altra chiesta uccidendo quattro bambini che stavano giocando all’esterno”. Un’esplosione ha colpito una terza chiesa nella città di Kaduna, ha riferito l’agenzia nazionale per la gestione delle Emergenze. Le autorità dello stato nigeriano di Kaduna hanno imposto un coprifuoco di 24 ore dopo il susseguirsi di attacchi.
I numerosi attentati hanno innescato rappresaglie contro i musulmani, la maggioranza nel nord del paese. Testimoni raccontano di misure di giustizia sommaria, che avrebbero causato almeno 30 morti. Secondo una testimone oculare, Deborah Osagie, gli autori dell’attacco di Zaria sono stati circondati dalla folla dei fedeli e sono stati linciati. Anche a Kaduna l’ira dei cristiani li ha indotti a fermare le auto dirette a sud verso la capitale Abuja, tirando fuori dai veicoli i musulmani uccidendoli sul posto, dicono fonti locali.
Negli ultimi mesi sono stati numerosissimi gli attentati pepetrati contro la popolazione cristiana della Nigeria: l‘ultimo risale al 10 giugno, quando in una chiesa a Biu, nello stato di Borno, ha provocato 9 vittime. Sempre a giugno, il 3, un’altro ordigno è esploso in una chiesa alla periferia di Bauchi, nord del paese, uccidendo almeno dodici persone. Nel gennaio scorso Il Fatto ha pubblicato una inchiesta sul gruppo Boko Haram, dove si ripercorre l’escalation di violenza che il gruppo terroristico ha messo in essere nel paese a partire dal 2009. Lo scorso Natale gli attacchi contro i cristiani avevano provocato oltre 100 morti e scatenato l’indignazione dell’Ue.