La Banca centrale ha comunicato di non modificare i parametri che regolano l'emissione di moneta per evitare l'aumento dell'inflazione. L'agenzia di rating valuta in negativo il debito nazionale e chiede al governo di rafforzare le riforme strutturali
La Banca centrale indiana (RbI) non rivede i tassi di interesse della rupia e scatena la reazione dei mercati, con l’agenzia Fitch che ha abbassato il rating del debito da BBB a “BBB-” e chiede al governo indiano di rafforzare le riforme strutturali. Alla base della decisione il fenomeno della corruzione, riforme inadeguate, alta inflazione e bassa crescita. Il declassamento arriva a due mesi di distanza da un’analoga iniziativa di Standard & Poor’s e l’avvertimento riguarda la politica di bilancio dell’India e in particolare il rapporto debito/Pil salito al 66 per cento. L’annuncio della RbI e di Fitch hanno provocato la discesa dell’indice Sensex (i 30 principali titoli della Borsa di Mumbai) che, dopo aver aperto con una crescita di quasi un punto percentuale, ora è virato in negativo di un punto percentuale.
Contrariamente alle attese della finanza internazionale quindi, la RbI non ha modificato i principali tassi di interesse fra cui il pronti contro termine (l’interesse a cui la banca centrale si impegna a riacquistare la valuta, ndr) che è rimasto stabile all’8 per cento e il coefficiente di riserva al 4,75 per cento (la moneta che deve essere accontanota) lanciando al tempo stesso un nuovo monito circa le pressioni inflazionistiche sull’economia indiana. In una nota della banca centrale, infatti, si sottolinea come “un’ulteriore riduzione dei tassi di interesse in questo momento, piuttosto che sostenere la crescita, potrebbe aggravare le pressioni inflazionistiche“. La crescita economica dell’India è scesa al 6,5 per cento nel corso dell’anno fiscale 2011-12, e nell’ultimo trimestre è calata ancora al 5,3 per cento, il livello più basso degli ultimi nove anni. Molti analisti vedono il colpevole nel calo di Pil della “I” dei Brics, principalmente nel paese stesso. Inoltre è venuto meno il patto politico fra Sonia Gandhi alla guida dello storico partito del Congresso e Manmohan Singh capo del Governo, lasciando spazio ai poteri locali che si rafforzano e bloccano le riforme volute dal governo centrale (l’India è un paese federale).