Ad uno a uno cadono i baluardi della Lega Nord. A Cantù (Como) è stata disattivata una linea anti clandestini e a Tradate (Varese) è stata cambiata la musica di attesa togliendo il Va Pensiero per far posto a Mozart. A Lecco sono stati tolti i cartelli in dialetto all’ingresso della città
“Per accedere all’area in lingua italiana premere il tasto uno, in dialetto due, in inglese tre”. Questo era il messaggio che fino a ieri si sentiva contattando il centralino del comune di Como. Una risponderia automatica multilingue che, come seconda scelta, contemplava il dialetto comasco, dopo l’italiano e prima dell’inglese. Era stato introdotto nel 2009 da Diego Peverelli, all’epoca assessore leghista con delega all’Ambiente, che si era guadagnato le luci della ribalta anche introducendo il rito dialettale per il matrimonio civile. Sua l’idea e sua anche la voce registrata che riferiva i messaggi in comasco agli utenti del servizio.
Ora la nuova giunta comasca, passata dal centrodestra dell’ex sindaco Stefano Bruni al centrosinistra di Mario Lucini, su proposta del neoassessore Lorenzo Spallino, ha deliberato di eliminare la segreteria in dialetto, per dare maggiore spazio alla lingua inglese, migliorando la qualità del servizio, nell’ottica di una maggiore accessibilità da parte di turisti e dei molti stranieri che vivono a Como. “Si tratta di una decisione presa in un’ottica di ammodernamento della macchina amministrativa e di accoglienza delle persone non di lingua italiana, turisti compresi – ha spiegato in una nota lo stesso Spallino – si è ritenuto opportuno abbandonare la linea in dialetto optando per la conclusione di un progetto, peraltro già avviato, di realizzazione di una linea in lingua inglese”.
Chiaramente piccato l’ex assessore, che ha visto cancellare con un colpo di spugna una delle sue creature più riuscite. Diego Peverelli, che ora siede sui banchi dell’opposizione, ha commentato la decisione della giunta, rilasciando una dichiarazione ai quotidiani locali: “Non poteva che andare così, probabilmente è una delle cose più necessarie in questo momento per la giunta”, aggiungendo che: “A livello personale non mi interessa, ma mi sembra un offesa ai comaschi perché così si fa un passo avanti verso l’abolizione della nostra lingua cittadina, patrimonio di tutti i comaschi”. Postillando con un chiaro: “Andando avanti di questo passo tra un po’ sarà più gradito il maccheronese”.
La decisione della giunta comasca arriva a pochi giorni dall’insediamento e segue l’esempio lanciato da altre amministrazioni comunali che si sono trovate nella condizione di governare un comune dopo dieci o vent’anni di leghismo. Fatti analoghi sono stati registrati ad esempio a Cantù (Como), dove è stata disattivata una linea anti clandestini o a Tradate (Varese), dove è stata cambiata la musica di attesa togliendo il Va Pensiero per far posto a Mozart e a Lecco, dove sono stati tolti i cartelli in dialetto all’ingresso della città. n lento processo di depadanizzazione del nord messo in atto dopo l’inizio della disgregazione della Lega di Bossi, a partire dallo smantellamento della madre di tutte le trovate di marca padana: i ministeri di Monza.