Sarà Italia-Inghilterra. Se a prima vista l’Italia può tirare un sospiro di sollievo, dato che abbiamo evitato di affrontare la Francia, che insieme alla Germania pareva essere la grande favorita della competizione, un’analisi più attenta degli avversari ce ne fa tirare un altro. Agli azzurri è andata veramente bene (anche se poi potrà succedere di tutto, per carità). Solo un suicidio della Francia, capace di perdere 2-0 (gol di Ibrahimovic e Larsson) contro una Svezia già eliminata, ha fatto in modo che domenica prossima a Kiev, nei quarti di finale di Euro 2012, l’Italia si troverà di fronte l’Inghilterra, vincitrice a sorpresa del gruppo D dopo il pari coi francesi (1-1) e le vittorie sofferte con Svezia (3-2) e Ucraina (1-0).
La nemesi della storia si presenta alla Donbass Arena di Donetsk al 16′ del secondo tempo. Il tiro dell’ucraino Devic, deviato da Hart, è salvato da Terry quando la palla ha abbondantemente superato la linea di porta. Solo quattro anni fa gli inglesi uscirono dai mondiali sudafricani contro la Germania perché gli arbitri non videro che il pallone calciato da Lampard era entrato di una spanna dopo aver sbattuto contro la traversa. Oggi contro l’Ucraina si sono ripresi il maltolto, con gli interessi. Grazie allo svarione arbitrale – il 2 luglio proprio a Kiev l’Ifab potrebbe decidere di cambiare le regole del calcio per introdurre la tecnologia in campo – gli inglesi riescono così a mantenere il vantaggio di 1-0 (Rooney al 3′ della ripresa) sui padroni di casa e si qualificano come primi nel girone D.
Arrivata ed Euro 2012 in sordina, per una volta tanto senza i proclami che caratterizzano ogni spedizione inglese e puntualmente si frantumano all’alba dei primi scontri a eliminazione diretta, l’Inghilterra è sicuramente una delle soprese di questa fase iniziale del torneo di Polonia e Ucraina. Ben oltre i propri meriti. Starà all’Italia ridimensionarla a quel ruolo da comprimaria cui questa squadra può al massimo ambire. Un gruppo, quello inglese, che è l’elogio della mediocrità: a partire dal suo tecnico, il giramondo Roy Hodgson, catapultato sulla panchina della nazionale quasi per caso dopo le improvvise dimissioni di Capello e il breve interregno di Pearce. Capace di vincere solo in Svezia a cavallo degli anni ’70 e ’80 e dieci anni fa in Danimarca, il tecnico di Croydon al di là della sua simpatia non ha lasciato un gran ricordo neppure nel calcio italiano, dove ha allenato a più riprese l’Inter e per un breve periodo l’Udinese.
L’impianto tattico degli inglesi è un 4-4-2 scolastico e un po’ demodè, come l’aspetto trasandato e pacioso del suo tecnico. Un allenatore normale per una squadra normale: a partire da una difesa rocciosa ma lenta e a un centrocampo dove a fianco dell’eterno Gerrard giostra un anonimo Parker, cui a 32 anni sono state consegnate le chiavi del gioco della nazionale. L’unica preoccupazione per gli azzurri potrebbe venire dall’attacco, dove Hodgson può scegliere, oltre al bravo Young, tra il rinato Carroll e i giovani Welbeck e Walcott (tutti e tre a segno nel 3-1 contro la Svezia), da affiancare al figliol prodigo Rooney. Espulso nell’ultima partita del girone di qualificazione contro il Montenegro, Rooney è stato squalificato per tre giornate poi ridotte a due. E stasera, all’esordio a Euro 2012, ha subito dimostrato di che pasta è fatto un campione che a soli 26 anni ha già segnato 30 gol in 76 partite con la nazionale.
E’ lui, il cinghiale di Croxteth (sobborgo di Liverpool) il nuovo nemico pubblico numero uno che disturberà i sogni degli italiani fino a domenica sera. Incubi ancor più sudati dopo la notizia di oggi che Chiellini non sarà in campo a Kiev: il difensore azzurro, uscito per uno stiramento nella gara contro l’Irlanda, sarà disponibile solo per un eventuale finale. L’Italia, cui Prandelli ha regalato un curioso 7 in pagella, deve infatti considerarsi fortunata per l’avversario capitatole, nonostante fino ad oggi abbia faticato sempre: indifferentemente dai moduli e dai giocatori utilizzati da Prandelli e dagli avversari. Lunedì notte alle 3, dopo la miracolosa vittoria con l’Irlanda, Prandelli, il suo staff e il vicepresidente federale Albertini sono andati in pellegrinaggio a piedi fino al convento dei frati camaldolesi, a una ventina di chilometri dal ritiro di Cracovia. Per provare a vincere, in amore, in guerra e nel calcio, tutto è lecito. Ma forse contro questa Inghilterra, Rooney permettendo, non sarà nemmeno necessario.