Finalmente. È questa l’esclamazione che mi sorge spontanea vedendo i nomi che le associazioni hanno indicato per le nomine Rai. Sono quelli di due personaggi importanti con cui sento di avere più di un’affinità.
Gherardo Colombo, ex magistrato, è colui che il 17 marzo 1981 ha ordinato la perquisizione a carico di Licio Gelli, capo della P2, scoprendo le liste degli iscritti alla loggia più famigerata d’Italia. Questo suo merito, ho notato, è stato dimenticato nel ricostruire la sua carriera, per la quale è citata più spesso Tangentopoli e l’inchiesta Mani Pulite. Non va dimenticato però che Colombo è un grande conoscitore degli aspetti raccontabili del nostro Paese. Aspetti che comprendono, oltre alle manipolazioni di Gelli, anche l’universo di Michele Sindona, il bancarottiere che tanto potente fu in Italia e all’estero.
E poi c’è l’indicazione di Benedetta Tobagi, definita dai telegiornali “scrittrice”. Benedetta è molto di più, Figlia del giornalista Walter assassinato dalle Brigate Rosse il 28 maggio 1980, è oggi una delle voci più fresche e intense per quello che riguarda la storia ma soprattutto la memoria degli anni di piombo e della strategia della tensione. Un’altra persona che conosce – e non ignora – quegli stessi aspetti bui della Repubblica del dopoguerra.
Dunque, a fronte di questi due nomi, mi auguro che il Partito Democratico non li voglia ignorare. Ora la società civile si impegna e lo fa portando un valore importante per il Paese, a iniziare dalla Rai, che pur sempre lo specchio mediatico della nazione è, malgrado lottizzazioni e occupazione della vecchia politica. Questa non deve essere letta come una fiammata delle associazioni, ma come una garanzia di partecipazione, un impegno diretto della società civile che deve essere rispettato ed esaltato a dovere da una politica in cerca di una legittimazione perduta nel corso del tempo.