La situazione era diventata insostenibile: allagamenti, problemi con la rete elettrica, le fognature e una temperatura che in alcune ore ha sfiorato i 47 gradi. È durato meno di tre settimane il campo donato dal Comune di Roma agli sfollati di Rovereto di Novi, una delle città in provincia di Modena più colpite dal sisma. Allestite il 30 maggio, ieri le tende regalate dal Campidoglio sono state smontate e rispedite al mittente. Gli ospiti sono stati trasferiti in una nuova struttura messa in funzione dalla Protezione civile nazionale nel campo sportivo. Con buona pace del sindaco capitolino, Gianni Alemanno, che a pochi giorni dalla seconda violenta scossa del 29 maggio aveva fatto il giro delle zone rosse, con tanto di caschetto giallo e t-shirt della “sua” protezione civile, promettendo una tendopoli targata Roma Capitale da 240 posti.

In realtà di persone ne sono state accolte poco meno di 150, e, più che un campo sfollati, quello regalato da Alemanno si è rivelato un campo da scout in gita, adatto a una notte o poco più. “La zona individuata dal Comune di Roma era un’area privata, dichiarata non a norma dalla Protezione Civile”, spiega l’assessore alle politiche sociali di Novi di Modena, Dario Zenoni. Un terreno in piena periferia, in mezzo al nulla. “Non aveva le caratteristiche per ospitare una tendopoli – continua l’assessore – Mancava tutto, dalle fogne alla pavimentazione. E bastava qualche goccia di pioggia per allagarlo”.

Già al battesimo il Campo Roma non prometteva nulla di buono: gli ospiti, tutte persone con la casa gravemente danneggiata dalle scosse, sono rimasti per tre giorni senza servizi igienici, né luce, né acqua. E nei giorni successivi la situazione non ha fatto altro che peggiorare. Pozzanghere di fango vicino ai bagni e un’aria soffocante. La maggior parte degli sfollati non dormiva nelle tende blu in dotazione al ministero dell’Interno per le emergenze, ma in semplici tende da campeggio. Piccole e prive di teloni per ripararsi dal sole. Per questo, con il caldo degli ultimi giorni, la temperatura interna ha raggiunto i 47 gradi centigradi. Impossibile dormire e addirittura respirare bene.

Praticamente un inferno, che ha costretto la Protezione civile a correre ai ripari, allestendo in fretta e furia un’altra tendopoli al campo sportivo di Rovereto: 350 posti (di cui al momento 90 occupati) in una zona definita dal Comune “a maggiore ricettività, più vicina al centro e con un comfort abitativo e servizi migliori rispetto a quello precedente”. Qui, oltre alle cucine gestite dalla Croce Rossa e ai servizi di assistenza psicologica, arriveranno presto anche i condizionatori. Indispensabili per portare un po’ di sollievo a chi, oltre ad avere perso la propria casa, in questi giorni deve fronteggiare un caldo africano.

Di Alemanno, dopo la visita dei primi giorni, si è persa traccia. A futura memoria della sua tendopoli invece rimangono solo alcuni container abbandonati al sole e i costi dell’allacciamento alla rete elettrica e d’allestimento delle fognature, tutti a carico del comune di Novi di Modena.

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