La cancelleria dimentica di notificare l'atto relativo all'udienza del Riesame ad uno degli avvocati difensori. Così per i ragazzi pakistani di Molinella, indagati per aver "pestato" il fidanzato della loro nipote minorenne, sabato prossimo si apriranno le porte del penitenziario
Il sostituto procuratore, Augusto Borghini, aveva chiesto e ottenuto nelle scorse settimane la custodia cautelare per i tre, subito concessa dal giudice per le indagini preliminari. Il rischio, secondo la procura, è il pericolo di fuga e di inquinamento delle prove. I due difensori, che insieme seguono tutti e tre i pakistani, hanno quindi fatto un normale ricorso al tribunale del Riesame per la scarcerazione. A questo punto la cancelleria ha notificato l’udienza (che si è svolta ieri) solo a uno dei due avvocati. Un errore a cui subito si sono appigliati i legali, e che ha reso inutile l’udienza. Questa infatti non poteva essere rinviata, dal momento che il tribunale aveva 10 giorni di tempo per decidere, a partire dal 12 giugno. Oggi è il 20 e i tempi non ci sono più, così sabato i tre usciranno.
Ora la Procura – che mantiene il riserbo sulle prossime mosse pur non nascondendo la sorpresa per quanto avvenuto – ha tre vie da seguire: non fare nulla, richiedere una nuova ordinanza di custodia cautelare al gip (ma i tempi potrebbero essere stretti) oppure fare tre fermi ex novo, che poi dovranno essere a loro volta convalidati.
Khalid Asif, 27 anni, celibe e disoccupato, secondo la procura di Bologna è stato ucciso dai parenti della ragazza di 17 anni, che viveva al piano di sopra e con cui da alcuni mesi aveva intrecciato una relazione. Subito erano stati messi in stato di fermo per omicidio premeditato la madre e due zii della giovane, mentre il padre è tuttora ricercato e si teme possa essere già fuori dall’Italia, probabilmente in un Paese europeo.
Il 26 maggio scorso Khalid, quando i genitori della ragazza hanno scoperto la loro relazione, era salito a casa della giovane, proprio per tentare di spiegare le sue ragioni e calmarli. Ma lì è stato vittima di un pestaggio, a cui secondo i Carabinieri hanno preso parte il padre, i due zii uomini (fratelli della madre) e la stessa madre della ragazza. Per picchiarlo avrebbero usato perfino l’asta di una doccia.
Ora la paura degli inquirenti è che i tre, una volta scarcerati, possano sfruttare gli stessi canali che da tre settimane hanno permesso al padre della ragazza di rimanere latitante e darsi quindi alla fuga.