Il gol fantasma durante Ucraina-Inghilterra ha costretto Blatter ad anticipare l'introduzione di un sistema elettronico per evitare le sviste arbitrali. Ma per quanto riguarda gli insulti di stampo razziale, i vertici del sistema smentiscono i loro propositi
Gol fantasma, razzismo, violenza e multe che risultano essere ridicole per come sono state distribuite. I governi del calcio europeo e mondiale non sembrano in grado di gestire la gallina delle uova d’oro che si trovano tra le mani, e continuano a dare l’impressione di arrivare su ogni problema sempre un attimo dopo invece che con il necessario anticipo. “Dopo la partita di ieri sera, la tecnologia per la linea di porta non è più un’alternativa, ma una necessità”. In un afflato di modernità, il segretario della Fifa Sepp Blatter usa Twitter per lanciare il suo proposito all’indomani del gol fantasma che ha deciso Ucraina-Inghilterra, gara decisiva per il passaggio ai quarti di finale di Euro 2012. Peccato che la tecnologia necessaria sarebbe già pronta per l’uso, ma quando i padroni del calcio mondiale si sono riuniti nel Surrey il marzo scorso hanno deciso di posticiparne l’introduzione a dopo l’Europeo. Così, giusto per non essere troppo al passo coi tempi.
E per evitare di vedere un altro gol fantasma come quello dell’ucraino Dedic a Kiev bisognerà aspettare che il 2 luglio, sempre a Kiev, il giorno dopo la conclusione di Euro 2012, l’Ifab (International Football Association Board, il comitato di saggi che si occupa di cambiare le regole del calcio) prenda la sua decisione. Allo studio due possibilità: il GoalRef tedesco-danese, basato su dei sensori posti sui pali e all’interno del pallone; l’Hawk-Eye, l’occhio di falco del tennis, che utilizza un sistema di telecamere. Con buona pace del presidente Uefa Platini, che pur di evitare la tecnologia in campo si era inventato i cinque arbitri – con i due sulla linea di fondo – che non hanno funzionato né nelle coppe europee né tantomeno in Polonia e Ucraina.
E con buona pace di Collina, che al momento di rispedire a casa l’arbitro Kassai, – che insieme all’arbitro di porta Vad, perfettamente in linea, non si è accorto che Terry ha spazzato il pallone quando era entrato di una spanna – ha dichiarato che l’errore commesso è stato “uno sbaglio in tre anni di Champions e due di Europa League e in 24 partite agli Europei 2012 (in cui si sono sperimentati i 5 arbitri ndr.)”. Dimenticando tutte le espulsioni mancate e i rigori non concessi in questi tre anni di sperimentazione sotto gli occhi degli assistenti a fondocampo. E preferendo ignorare che il semplice aiuto tecnologico per i gol fantasma non toglierebbe quel romantico ‘errore umano’ cui, chissà perché, sono così affezionati i capoccioni di Uefa e Fifa.
In ritardo sulla tecnologia, la Uefa si è dimostrata distante anni luce dai suoi stessi proclami sul razzismo. Alla vigilia di Euro 2012, Platini aveva ordinato la tolleranza zero nei confronti di razzismo e violenza, arrivando a minacciare la sospensione della partita con conseguente penalizzazione o addirittura espulsione per le squadre i cui tifosi si fossero macchiati di tali episodi. Prima partita e subito gli hooligans russi circondano e malmenano uno steward all’interno dello stadio: 120 mila euro e 6 punti di penalità per la Russia, ma da scontarsi nel futuro e sospesi con la condizionale. La settimana dopo nuovi scontri tra tifosi Russi e Polonia. E la Uefa, implacabile, che ancora non ha preso una decisione. E per fortuna che nel frattempo entrambe le squadre si sono eliminate da sole sul campo.
Le multe poi. Dai 5 mila euro all’Inghilterra per “lancio di oggetti e fumogeni in campo” agli 80mila euro alla Croazia per “la condotta impropria dei tifosi (cori e simboli razzisti)” nella partita contro l’Italia. Le tanto sbandierate pene severissime contro il razzismo si riducono a una multa di poche decine di migliaia di euro (bruscolini per una federazione) quando i tifosi insultano i giocatori di colore avversari, fanno il verso della scimmia, salutano col braccio teso ed espongono simboli nazisti. Chapeau. Ma la Uefa può annunciare con gioia che fino ad oggi, dalle varie multe comminate per otto diversi episodi, è stato raccolto un bottino di 374 mila euro. Fantastico, peccato che 100 mila euro arrivino dalla multa data al danese Bendtner: colpevole di aver festeggiato rimanendo in mutande (sponsorizzate) dopo un gol. Altro che razzismo, la tolleranza zero della Uefa è solo verso l’abbigliamento intimo.