La direttrice del Fondo monetario internazionale sprona i leader europei ad “uno sforzo collettivo più forte” e chiede alla Bce di mostrarsi “più creativa ed inventiva". Sulla revisione del memorandum greco contrari Germania, Olanda e Finlandia. Possibilisti Francia e Austria. Il nuovo governo di Atene chiede due anni in più per raggiungere gli obiettivi
Ad una settimana dal vertice Ue considerato cruciale per il futuro dell’euro e della Europa la direttrice del Fondo monetario internazionale Christine Lagarde sprona i leader europei ad “uno sforzo collettivo più forte” e chiede alla Bce di mostrarsi “più creativa ed inventiva” per aiutare l’Eurozona ad uscire dalla crisi. Le parole della Lagarde arrivano dopo che a Washington il Fmi ha diffuso il suo “article IV” sull’area dell’euro nel quale “la crisi ha raggiunto uno stadio critico”. Nel rapporto si legge: la Bce ha “spazio, anche se limitato, per allentare la politica monetaria”, e si sottolinea che “se necessario misure non convenzionali potrebbero essere usate”. “Ciò può passare da un programma di acquisto delle obbligazioni sovrane o per una politica più tradizionale: spetta alla Bce decidere”, ha precisato la Lagarde.
Secondo il Fmi, la politica monetaria non può però offrire una soluzione duratura alla crisi. Per questo il Fondo fa appello alla volontà della Ue perché si mostri “determinata e forte per completare l’Unione, soprattutto con una maggiore integrazione bancaria e di bilancio”, “necessaria per fermare il calo di fiducia”. Il Fmi suggerisce anche che “l’introduzione di una limitata forma di debito comune può essere un passo intermedio verso una integrazione fiscale e una condivisione dei rischi”, aprendo quindi alle ipotesi di eurobond o di un fondo di riscatto del debito o ad altre forme di stabilizzazione finanziaria.
L’Italia sta costruendo una proposta per l’utilizzo del fondo Efsf per arginare le oscillazioni degli spread tra i nostri titoli e i Bund tedeschi, senza far scattare però la procedura prevista per i paesi che chiedono assistenza finanziaria. Dalla Bce sono giunte aperture. La Germania, invece, ha reagito freddamente. “Abbiamo già discusso degli strumenti. Ora è il momento di agire, non di discuterne ancora. Non abbiamo bisogno di discutere tutto il tempo di nuovi strumenti”, ha dichiarato il ministro tedesco Wolfgang Schauble, ribadendo che l’uso dell’Efsf sul mercato secondario è possibile rispettando le condizionalità previste dal trattato del fondo.
L’appello della Lagarde è giunto al termine di un Eurogruppo “di crisi”, che ha passato in rassegna la situazione dei paesi sotto assistenza o in procinto di chiederla. La Spagna presenterà la richiesta formale di assistenza finanziaria per la ricapitalizzazione delle sue banche forse già domani o al massimo lunedì. Di Grecia, i ministri hanno parlato con il collega greco Georgios Zanias. “Ci aspettiamo che il nuovo governo inviti la troika lunedì prossimo ad Atene per un aggiornamento del memorandum d’intesa”, ha annunciato il presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker. “La missione avrà come compito la valutazione dello stato di attuazione del programma per l’adeguamento di bilancio e le riforme economiche”, ha precisato il commissario Ue agli affari monetari Olli Rehn. “Dovrà valutare cosa è stato fatto e cosa non è stato realizzato e il da farsi per rimettere in careggiata il processo di riforme”. Sulla stessa lunghezza d’onda la Lagarde: “Non ho suggerito che ci sia un rinegoziato sul memorandum con Atene”, ha detto. Sulla revisione del memorandum i ministri delle finanze hanno espresso opinioni diverse. Contro: Germania, Olanda e Finlandia. Possibilisti: Francia e Austria. I ministri dell’Eurozona sono divisi quindi sul caso Grecia.
Il governo “pro euro” uscito dalle urne di domenica scorsa però intende comunque rivedere le condizioni degli aiuti concessi al paese, in particolare due anni in più per raggiungere gli obiettivi di bilancio. La Germania non deflette dalla richiesta di rispetto degli impegni, un no netto arriva anche dalla Finlandia, l’Olanda avverte che è disposta a concedere non più di uno spiraglio. Mentre per un’apertura alle richieste di Atene si schierano Italia, Francia e Austria. Il viceministro dell’economia Vittorio Grilli non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali, ma è noto che il presidente del Consiglio Mario Monti ritiene plausibile una proroga delle scadenze. Al vertice dell’Eurozona, il ministro delle finanze finlandese Jutta Urpilainen ha affermato di temere un costo maggiore per i paesi dell’unione monetaria, mentre il lussemburghese Luc Frieden ha spiegato che i tempi sono meno importanti della stabilità. “Se la Grecia avesse bisogno di uno o due anni in più sono convinta che ciò non porterà a un fallimento del programma concordato”, ha affermato l’austriaca Maria Fekter. E il francese Pierre Moscovici ha detto che ad Atene va data anche “speranza”.
Anche la Spagna è stata oggetto di discussione. Entro lunedì il paese iberico formulerà una “formale richiesta di aiuti” all’Europa per il settore bancario dice Juncker. Il lavoro sulla ristrutturazione e la ricapitalizzazione del settore bancario spagnolo dovrebbe essere completato entro la prossima riunione dei ministri finanziari dell’Eurogruppo, in programma per il 9 luglio, in modo da consentire decisioni sui dettagli della linea di credito che i partner europei concedono a Madrid. L’obiettivo è quello di concludere la preparazione entro la riunione dell’Eurogruppo del 9 luglio” aggiunge Olli Rehn. Gli aiuti europei fino a 100miliardi di euro per il settore bancario spagnolo saranno forniti tramite il Fondo Efsf e, successivamente, via Esm quando questo prenderà corpo entro luglio. La Spagna potrebbe partire la richiesta di aiuti già oggi secondo il ministro delle finanze francese Pierre Moscovici:“Il ministro delle finanze spagnole De Guindos avanzerà la richiesta ufficiale domani al suo rientro a Madrid’’.