Il politico è accusato di associazione a delinquere assieme ad altre dieci persone. L’inchiesta è durata un anno e mezzo circa ed è nata da una denuncia del commissario liquidatore del Consorzio di Bacino Salerno 2 sulle presunte irregolarità gestionali dell’ente
Rifiuti e truffe in Campania, un film già visto in altre sale. Il Consorzio di Bacino Salerno 2, composto da 40 comuni del salernitano, che aveva competenze nell’attività di raccolta e smaltimento della spazzatura urbana, trasformato in una gigantesca associazione per delinquere finalizzata alla depredazione delle risorse pubbliche. Facendo la cresta su tutto: sui pieni di benzina, sugli straordinari dei dipendenti, sulle tessere viacard, sui telepass, sugli stipendi e le indennità di presidente e direttore che il comunicato stampa a firma del procuratore capo di Salerno Franco Roberti definisce “sproporzionati rispetto all’attività svolta”. Per danni complessivi per le casse del consorzio che l’inchiesta della Compagnia dei Carabinieri di Salerno ha quantificato in due milioni di euro.
La Procura salernitana nelle scorse ore ha iniziato a notificare 154 avvisi di conclusa indagine, di cui 11 per associazione per delinquere. Tra questi 11, c’è il consigliere regionale campano Idv Dario Barbirotti, fino al 2010 presidente del Corisa2, poi messo in liquidazione, poco prima della sua candidatura in quota dipietrista nella lista di Salerno. Barbirotti fu tra gli esponenti Idv che più spinse per chiudere l’intesa tra il suo partito e il candidato Governatore del centro sinistra, il sindaco Pd di Salerno Vincenzo De Luca: sulle prime Antonio Di Pietro era contrario, poi si adeguò. E tra gli indagati per il reato associativo ci sono nomi vicinissimi a De Luca. Tra cui Filomena Arcieri, presidente di Salerno Solidale, una municipalizzata del Comune di Salerno che si occupa di servizi socio-assistenziali, all’epoca direttore generale del Consorzio. E Pellegrino Barbato, presidente di Salerno Pulita, la municipalizzata della raccolta differenziata, all’epoca revisore contabile. Nel mirino anche i titolari di due pompe di carburante che si erano prestati a un gioco di sovrafatturazione dei rifornimenti degli autoveicoli in uso al Consorzio.
L’inchiesta è durata un anno e mezzo circa ed è nata da una denuncia del commissario liquidatore del Consorzio sulle presunte irregolarità gestionali dell’ente. Nel mirino degli inquirenti c’è il periodo tra il 2007 e il 2010. Sono indagati anche 143 dipendenti, accusati a vario titolo di truffa, falso e abuso d’ufficio per aver percepito straordinari non dovuti o per aver ottenuto prestiti su buste paga che attestavano stipendi superiori a quelli effettivamente percepiti.
”Sono sorpreso. E non è una frase di rito: ho piena fiducia nell’operato della magistratura”, ha dichiarato a caldo Barbirotti, che si dice però sereno: ”Appena avrò modo di leggere gli atti fornirò tutti gli elementi utili a fare chiarezza al più presto”. Barbirotti non entra nel merito delle indagini ma su due punti precisa: ”Non ero certamente io a definire l’entita’ del mio stipendio che, invece, era determinato secondo precisi parametri di legge”. L’esponente dell’Idv ricorda che ”il presidente del Consorzio non aveva compiti amministrativi ma politici. Ho sempre lavorato per scongiurare l’emergenza rifiuti, individuando le discariche necessarie o impegnandomi per far funzionare efficientemente gli impianti”. Infine: ”Non è il presidente a gestire gli straordinari oppure a verificare le buste paghe al fine della concessione dei prestiti”.