Di solito ai vertici internazionali si fanno le quote per paese, chi ha l’opportunità di parlare raccoglie i temi principali dai colleghi e li sottopone tutti in un colpo solo. Questa volta no. L’organizzazione del vertice di Roma era di palazzo Chigi. E il governo ha deciso una sola domanda per paese. Lo staff di comunicazione di Monti ha scelto anche chi doveva essere a porre la domanda per l’Italia, Dino Sorgonà del TG1. Che ha sprecato l’unica cartuccia nel modo peggiore: “Cosa vi aspettate dal vertice di Bruxelles?”. Peccato che nei precedenti dieci minuti i quattro leader non avessero fatto altro che spiegare cosa si aspettavano dal vertice di Bruxelles. Tutto inutile.
Passi che Monti decide la strategia anti-crisi senza parlarne con il Parlamento e con i partiti, ma se non è neppure lecito fare domande e ci si deve limitare a pubblicare le veline di palazzo Chigi allora forse c’è un problema democratico.
Nessuno di noi cronisti, che seguiamo le cose europee e la politica economica, avrebbe creato incidenti diplomatici. Vogliamo solo capire. Per spiegare all’opinione pubblica cose complesse come i fondi EFSF e ESM e la Bei. Ma se non si possono fare domande e i leader non dicono quasi niente, come facciamo?
Caro presidente Monti, la prossima volta che si lamenterà che i cittadini europei stanno perdendo fiducia nell’Europa, si ricordi la conferenza stampa di oggi. E dica due parole al suo staff.
(Foto La Presse)