Nel suo discorso all'assemblea dei circoli del Pd, il segretario ha parlato delle primarie, che saranno "aperte e senza risse". Poi ha ironizzato su Berlusconi, "sempre a caccia di un nome per il partito". Sull'esecutivo Monti ha detto: "Un governo di luci e ombre"
Frecciate dirette contro Silvio Berlusconi e Beppe Grillo. Frecciate indirette contro Matteo Renzi, visto che Pierluigi Bersani, nel suo discorso all’assemblea dei circoli del Pd, non ha mai citato il sindaco di Firenze, oggi impegnato nel capoluogo toscano con il suo Big Bang da rottamatore.
In più di un passaggio, il segretario del Pd ha deriso il Cavaliere “sempre a caccia di un nuovo nome per il partito … del formaggino. Dice che deve esserci dentro ‘Italia’ e anche ‘libertà’. Tempo fa ha rifiutato la mia proposta ‘viva la mamma’”. Berlusconi scende di nuovo in campo? “Guarda che dopo la cura di dieci anni, non ci hai lasciato più neanche il campo, trattieniti”, ha ironizzato Bersani che ha anche invitato a non sottovalutare le sortite dell’avversario: “Se vien giù l’Euro, arriva una recessione di proporzioni cosmiche”, ha detto.
Nel suo intervento di fronte ai giovani segretari dei circoli democratici, Bersani ha attaccato pure Grillo per la decisione di non candidarsi alle elezioni. “Ci sono operazioni inedite, tipo partiti per procura. Chi comanda non si candida, chi si mette il burqa e poi se lo toglie – ha detto il segretario -. Questa è gente che pensa di guidare stando ai box. Da dove viene fuori una teoria cosi? Torneremo all’invisibilità del comando?”.
Niente sconti nemmeno per il governo Monti, da cui vengono anche “cose difficili da digerire” e da cui si riflettono “luci e ombre”. “Sulle ombre siamo pronti a prenderci i nostri impegni per il futuro”. Ma ombre gravano – per Bersani – anche sul Consiglio Europeo del 28-29 giugno. “Non credo possiamo dire che ci avviciniamo al vertice in condizioni di tranquillità. Problemi ci sono ancora, bisogna dare un segno di discontinuità e non di ulteriore traccheggiamento. Se non c’è un segnale di discontinuità – ha messo in guardia – ci saranno conseguenze e non solo sul piano economico”.
Bersani ha poi richiamato all’orgoglio di partito, alle battaglie a viso aperto: “Noi siamo senza padroni, non li abbiamo ad Arcore né in via Bellerio, né ci arrivano via Internet”. Senza padroni e pronti alle sfide, quella più impegnativa di intercettare di nuovo il Paese, ora ostile alla politica e ai partiti: “Tocca a noi sanare la ferita tra politica e società – ha affermato – e dimostrare che siamo capaci di gesti nuovi”. E ha continuato: “Noi vinceremo non sulle macerie del Paese, ma su una prospettiva del Paese”.
Per quanto riguarda la dialettica interna al Pd, ha rassicurato i suoi sulla sfida delle primarie che – ha detto – saranno aperte e senza risse: “State tranquilli su questo, ci sono io”. E comunque – ha aggiunto – non c’è fretta: “C’è tutto il tempo, ora abbiamo altro da fare, c’è l’Italia”. Sempre a proposito delle primarie ha sottolineato che “stavolta c’è in gioco il governo, quindi no a faziosità o a tifoserie”. Secondo il segretario, nel partito non si va verso un azzeramento di esperienze e professionalità: “Abbiamo una generazione esperta e dobbiamo avere gruppi parlamentari anche con alcune competenze: si deve garantire la partecipazione e la competenza: questo è buon senso”.