Il corpo, la mente

Le donne italiane? “Sono botox addicted”

A dirlo i dermatologi estetici nel loro ultimo congresso: "In Europa siamo i primi consumatori dei trattamenti estetici a base di botulino". "Ritocchini" che non conoscono crisi, ma che rappresentano un "business molto rischioso", come denuncia il sito Botulinfree.com

Toglietemi tutto, ma non il botulino. Nonostante qualche inchiesta, allarmi vari e le immagini di dive con il viso completamente trasformato da un eccesso di iniezioni con tossina botulinica, le italiane non sanno farne a meno. Anzi. In Europa siamo i primi consumatori di questo trattamento estetico. E nonostante la crisi economica al ritocco non si rinuncia. Nel 2011 infatti sono infatti calati gli interventi di chirurgia plastica, mentre sono aumentati quelli di medicina estetica, meno costosi, in particolare quelli con il botulino.

ITALIANE, LE PIU’ RIFATTE D’EUROPA – Secondo i dati diffusi dai dermatologi estetici nel loro ultimo congresso, nel 2010 le fiale di tossina botulinica utilizzate in tutto il mondo sono state 10 milioni, di cui 2.600.000 negli Stati Uniti e 100.000 in Italia. In Europa l’Italia supera tutti i confronti e domina ogni classifica di intervento: al seno, con la mastoplastica (aumento o riduzione) e la mastopessi (risollevamento), in tutto il corpo (con la liposuzione o la liposcultura) e alle palpebre (con la blefaroplastica). Per non parlare di tutti i trattamenti a base di acido ialuronico e, appunto, botulino. ”Nel 2011 è stato riscontrato un aumento del 30% – spiega Daniela Marciani, docente al master di dermatologia estetica dell’Università Tor Vergata di Roma – Nel nostro Paese le persone che si sottopongono a cure estetiche a base di botulino sono almeno 50.000 (secondo i dati del 2010). Le donne rimangono le più affezionate, con un rapporto rispetto agli uomini di circa 70 a 30”. 

Nonostante i pochi soldi in tasca e la crisi in atto, l’attenzione per il proprio aspetto fisico rimane dunque alta. ”Per gli italiani – commenta Giovanni Botti, presidente dell’Associazione italiana di Chirurgia plastica estetica (Aicpe) – la cura di sé è prioritaria: a fronte di un budget più limitato, si orientano verso interventi di medicina estetica, meno costosi della chirurgia, come le iniezioni di botulino e acido ialuronico”.

I RISCHI? LE COSIDDETTE “REAZIONI AVVERSE” – Eppure combattere l’invecchiamento cutaneo a tutti i costi, a volte può essere pericoloso per la salute. Il procuratore di Torino, Raffaele Guariniello, ha aperto un nuovo filone di indagine sul mancato rispetto delle disposizioni del ministero della Salute in materia di chirurgia plastica. Il punto di partenza è stato un rapporto dell’Agenzia italiana per il farmaco (Aifa), nel quale si legge che negli ultimi tre anni sono almeno trenta i pazienti (donne e uomini) che dopo infiltrazioni di botox hanno accusato sgradevoli ”reazioni avverse”. In due occasioni è stata necessaria persino l’ospedalizzazione. 

I problemi sarebbero due. Il primo è che la tossina botulinica è autorizzata solo per ridurre le cosiddette ”rughe glabellari”, cioè quelle che si formano tra le sopracciglia, ma viene largamente utilizzata anche per quelle del collo, della fronte, dei lati delle labbra e attorno agli occhi. Un impiego detto off-label (cioè fuori da quanto autorizzato nell’etichetta), ma – ed è il secondo problema – potrebbe avere rischi e controindicazioni, perché la tossina, una volta aggredito il muscolo responsabile della ruga, può infiltrarsi nei tessuti vicini. Così si passa dal formicolio alle dermatiti, dai gonfiori agli edemi, fino a debolezza muscolare e persino a paralisi locale, con le palpebre, ad esempio, che non si alzano più o l’incapacità di parlare e masticare. Disturbi temporanei ma fastidiosi, che secondo l’Aifa, potrebbero essersi verificati più di trenta volte, visto che i medici, nonostante precise disposizioni in materia, non segnalano al ministero tutti i casi di reazioni avverse.

UN SITO “BOTOX-FREE” – Ma Nicolò Scuderi, chirurgo plastico dell’Università La Sapienza di Roma, getta acqua sul fuoco. ”Dal 2004, anno in cui si è cominciato a usare il botulino in Italia, non c’è stato un caso legato alla tossina che non sia stato transitorio. Ogni anno si praticano 80 mila trattamenti, vale a dire 240 mila in tre anni: trenta ‘reazioni avverse’ non sono niente. E’ vero, molti medici impiegano il botulino off-label, sia in ambito estetico che medico, ma gli effetti che può dare, come edemi, gonfiori e piccole emorragie, tutti descritti nel foglietto illustrativo, regrediscono al massimo in 2 mesi”.

Non la pensa così Antonino Di Pietro responsabile del dipartimento di dermatologia dell’Ospedale di Inzago (Milano) e direttore di Botulinfree.com, un sito che, tra i suoi obiettivi, pone il “riconoscimento della bellezza autentica“: “Intorno alla tossina botulinica ruota un business a più zeri, per cui sono tutti molto cauti a denunciarne i rischi. Gli effetti collaterali si riscontrano in circa il 23% dei pazienti”.