La bici è tornata di moda. Vuoi per il caro benzina, vuoi per lo spirito ecologista, sempre più persone scelgono di spostarsi da un luogo all’altro pedalando. E le maison cavalcano l’onda creando modelli in edizione limitata, come quella interpretata da Domenico Dolce e Stefano Gabbana. Biciclette numerate e decorate con l’iconica stampa leopardo, emblema del marchio Dolce&Gabbana. Una speciale verniciatura realizzata a mano, rende ogni esemplare un pezzo unico. Anche in casa Gucci nascono le biciclette Bianchi by Gucci, personalizzate da Frida Giannini. Disponibili in due modelli, entrambi con l’iconico nastro verde- rosso- verde: la single- speed bianca in acciaio è pensata per la città e ha manopole e sellino in pelle mentre il modello urban/off- road, in fibra di carbonio monoscocca, è in nero opaco e si adatta ad itinerari di campagna. Casco, guanti e borraccia completano il look del ciclista Gucci.
Obiettivo partenza. Magari per una delle mete proposte da Luca De Carolis – che in bicicletta ha attraversato l’Europa e non solo – che, come consulente di “Evolution Travel” propone molti luoghi in cui arrivare a bordo di una bici: New York, Vietnam, Italia, Francia, est Europa. “Di solito chi si sposta con la famiglia predilige l’Italia e i viaggi di una settimana, in cui vengono percorsi circa 30 km al giorno – spiega De Carolis a Ilfattoquotidiano.it – Chi viaggia solo invece sceglie viaggi più impegnativi, che richiedono di essere in forma per pedalare fino a 80 km al giorno. La meta più richiesta è il Cammino di Santiago, un itinerario ricco di suggestioni”. Per intraprendere questo tipo di viaggio non bisogna necessariamente rinunciare alla valigia: molti tour operator prevedono il trasporto dei bagagli da un hotel all’altro. “Si viaggia di mattina e nel pomeriggio si è liberi di uscire o riposare”, spiega ancora De Carolis.
Scruta il mondo dei pedalatori Alberto Fiorillo, giornalista e responsabile aree urbane di Legambiente, autore di “NO BICI” (Ediciclo Editore, 140 pagine, 14 euro), un ritratto ironico dei vari “clan” che compongono l’universo della bici, le loro manie, fissazioni, vizi e paranoie. “Il libro è un esperimento, un mix tra narrativa e saggistica – racconta Fiorillo – per evidenziare alcuni paradossi che riguardano il muoversi in città”. Prendendo in giro i ciclisti l’autore finisce col prendere in giro se stesso visto che su di sé dice: “Predico bene e pedalo male”. E visto che l’unico mezzo di trasporto che Fiorillo usa quotidianamente è la bicicletta e molte delle ossessioni che rimprovera agli altri ammette di praticarle lui stesso. Da lontano i ciclisti sembrano tutti uguali, in realtà sono divisi in tribù: “C’è il ciclo-asceta che pensa che il pedalare conduca alla verità, c’è il ciclo-feticista che venera il suo mezzo come un totem”. Non risparmia i ciclisti delle raccolte punti che magari hanno vinto la bici coi bollini del carburante: “Aggiudicarsi una due ruote facendo il pieno è un po’ come vincere una bibbia a una gara di bestemmie”.
C’è molto sarcasmo anche nei confronti della categoria “avversaria”: gli automobilisti, da lui definiti “spaventa ciclisti”. “Racconto le manie di tutti: il ciclista, lo scooterista e l’automobilista, comprese quelle dei sindaci che governano facendo tante promesse e scegliendo il meno possibile”. Per parlare di cifre Fiorillo abbandona l’ironia, perché il numero di ciclisti che ci rimette la pelle non è per nulla divertente: “Dati Aci rilevano 263 ciclisti morti nel 2010”. Si sta facendo sentire il movimento Salvaiciclisti, nato dal web con l’obiettivo di avere città a misura di bicicletta. L’iniziativa, mutuata da una campagna del giornale Times, ha raccolto migliaia di adesioni in rete ed è diventata un disegno di legge proposto dal senatore Pd Francesco Ferrante e firmato da 61 parlamentari. Il manifesto per la sicurezza delle due ruote in città potrebbe presto approdare in Parlamento. E in attesa di leggi a tutela di chi si sposta su due ruote non resta che fare appello alla prudenza e al comune senso civico.